Montella il fuoriclasse meritava un altro trattamento

Firenze – È inutile ora andare a pesare chi ha sbagliato di più  o chi si è impermalito più a sproposito. Restano due constatazioni oggettive da fare: la prima è che la Fiorentina, da quando ci sono i DLV, non cambia il finale degli psicodrammi (e se due indizi fanno una prova, il caso Prandelli e il caso Montella sono lì a accusare apertamente una dirigenza che mette il bene della Fiorentina dietro a tutto e che si comporta soltanto con opportunismo); la seconda, è che la Fiorentina perde un grande allenatore, sicuramente più grande di quanto, in queste settimane di polemiche e di scontenti umorali, non appaia.

Voglio di nuovo sottolineare questa seconda considerazione proprio perché è da questa che si dovrebbe trarre una morale sull’intero caso; se è vero, come intendo dimostrare, che Montella non è un allenatore qualunque e che, come per tutti i fuoriclasse, avrebbe meritato un trattamento speciale (basti pensare a quanto rispetto è stato destinato, ahimè invano, a un Gomez!), allora chi ha sbagliato alla grande è la società.

Riassumo cosa penso di Montella. Tutti sono d’accordo che ha fatto bene, che ha preso una squadra interamente da ricostruire e che subito l’ha fatta giocare in modo esemplare, che ha valorizzato il valorizzabile (e anche di più, se si pensa che quest’anno ha fatto segnare El Hamdaoui e ha fatto apprezzare le prestazioni di un Lazzari), che ha raggiunto per tre volte il quarto posto nonostante i ladrocini del primo anno (senza i favori conclamati al Milan saremmo stati in Champions) e nonostante la falcidia degli infortuni e degli incidenti di quest’anno.

Tutti sono d’accordo su questo, ma pochi danno il giusto peso al fatto che quest’anno Montella ha affrontato praticamente tutto il campionato senza attacco. Nel girone d’andata, ha dovuto giocare partite chiave senza Rossi, Gomez, Babacar e Bernardeschi! Quando gli infortunati sono tornati in campo, poi, sono spesso sembrati le ombre dei giocatori che erano. Montella  ha compiuto un capolavoro che pochi altri sarebbero riusciti a realizzare: per non forzare i giocatori in schemi che non li valorizzavano, per “aspettare” i convalescenti, per centellinare le forze di tutti, ha cambiato continuamente gioco, ha sperimentato difensori in schemi d’attacco che supplissero alle endemiche carenze offensive (non è un caso se Gonzalo e Basanta sono stati tra i capocannonieri), ha studiato il gioco da fermo in modo da renderlo offensivamente sempre più imprevedibile, ha  cambiato secondo l’occorrenza il gioco del centrocampo (sapendo che anche lì non disponeva di grandi tiratori che gli risolvessero i problemi dell’attacco), cercando sempre di tenere la coperta corta in modo che non si vedessero né la testa né i piedi.

E soprattutto ha “inventato” (dico così perché prima di lui nessuno lo aveva mai provato con tanta “scienza”) un turn over radicale quando c’erano da giocare tre partite settimanali. Ora qualcuno gli rimprovera le formazioni mandate in campo con Verona e Cagliari. Ma, a parte il fatto che la partita contro il Verona era vinta se Diamanti realizzava il rigore, e che nella partita contro il Cagliari hanno giocato anche troppi titolari, nessuno ricorda che abbiamo vinto a Giuncamp cambiando dodici giocatori su undici dalla partita precedente (vi ricordo che il Guincamp, in casa, ha battuto anche il PSG!), e che da due anni in Europa andiamo bellamente avanti  con le seconde linee.

Certo che c’è un rischio, nel farlo. Ma, come ha dimostrato proprio la partita contro il Cagliari in casa, c’è anche un rischio nel mandare in campo una squadra di titolari contratta e distratta. Diciamo allora che Montella è stato geniale e assai bravo nel gestire la squadra fino alla fine, facendole finire il campionato con una freschezza che nessun’altra rivale ha avuto (nonostante la Viola abbia giocato, insieme alla Juve, il maggior numero di partite nell’anno); e che, purtroppo, in un paio di occasioni (mi riferisco soprattutto alle partite interne con Torino e Verona) non è riuscito nel “miracolo” di realizzare un utile assoluto. I giocatori si risparmiavano e tornavano freschi per la partita successiva; il risultato, purtroppo, non era quello sperato. Ma non c’è la controprova che, se Montella avesse sempre schierato i titolari, avrebbe conseguito i risultati che ora gli si rimprovera di non aver conseguito. E invece c’è la certezza che quel suo “metodo” ha sortito nella maggior parti dei casi l’esito voluto.

Dunque, per me Montella ha fatto grandissime cose, mostrando una conoscenza tecnico-tattica e una conoscenza individuale dei giocatori che difficilmente potrà essere surrogata da un nuovo allenatore (soprattutto se viene da lontano). Montella è un fuoriclasse, e andava trattato come tale, nell’interesse della Fiorentina. Ora, oltre alla perdita di Montella, ci sarà quella probabile di Pizarro e l’altra altrettanto probabile di Salah, a lui molto legati. Qualcuno ventila pure un’altra sciagura: che resti Gomez, i cui difetti, evidentemente, venivano solo da una carenza di comprensione (e di affetto) da parte di Montella!  Non vorrei che il gesto orgoglioso dei DLV costasse troppo caro alla Fiorentina. Certo è, comunque, che a loro gliene importa il giusto. L’anno prossimo, se va male, si inventeranno comunque un altro capo espiatorio…

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