BIBBIENA – Dal 23 maggio all’11 giugno 2015 ExpArt studio & gallery, in via Borghi 80 a Bibbiena (AR), presenta “Punti fermi”, mostra personale di pittura di Enzo Martini a cura di Silvia Rossi.
L’esposizione, a ingresso libero e gratuito, sarà visitabile dal martedì al sabato, dalle 15,30 alle 19,30, o su appuntamento.
Sabato 23 maggio, alle ore 17,30, il vernissage in galleria con l’aperitivo offerto da Bar Le Logge alla presenza dell’artista e della curatrice.
LA MOSTRA
Migliaia. Uno vicino all’altro, senza sfiorarsi né sovrapporsi. Lo spazio si riempie di migliaia di punti.
Il punto è il protagonista indiscusso delle opere di Enzo Martini in mostra a ExpArt di Bibbiena.
Ogni opera ne ospita una miriade in varie misure e colori. Un punto che non è mai posato casualmente, ma con cura e attenzione: ognuno di essi esprime un momento di riflessione, un concetto che non sarà perso.
Porre un punto significa riappropriarsi del tempo, della lentezza, della capacità di sviluppare un pensiero indipendente. Riemergere dal caos – artistico e della vita – con calma e costanza.
L’opera di Martini comunica in pieno la filosofia di un autore che ha fatto dei quadri la propria missione. Ogni singolo giorno deve avere un momento dedicato all’arte, che si trasforma in occasione di meditazione. Il punto è il mezzo tramite il quale ciò avviene.
Cionondimeno la sua opera è ricca di spunti storico-artistici, i principali movimenti del Novecento vi sono infatti tutti racchiusi. Opere che sanno essere pop, informali, astratte o surreali. Tutte loro risultano “salvate” ai nostri occhi, tutte loro sono rese uniche e inimitabili dal paziente e costante lavoro di questo artista umile quanto straordinariamente innovativo.
BREVE BIOGRAFIA
Enzo Martini nasce il 13 giugno 1954 a Bibbiena, in Casentino.
Appassionato di fotografia, in servizio permanente presso la Marina Militare, partecipa a due concorsi fotografici organizzati dalla prima Divisione Navale, con sede a La Spezia. Nel 1973 si classifica secondo, mentre vince a pieno titolo l’anno successivo.
Si congeda nel 1977 e inizia a collaborare con varie testate giornalistiche, tra le quali il Secolo XIX.
Tornato in Casentino, abbandona le attività fotografiche e artistiche. Solo nel 1999, in maniera casuale e spronato da un amico pittore, riprende a dedicarsi alla pittura da autodidatta.
Il primo periodo della produzione è caratterizzato da una tecnica figurativa, evolutasi successivamente in uno stile astratto del tutto personale.
CRITICA
Guardando le opere astratte di Enzo Martini si riceve un’impressione astrale come contemplare da un’altezza sconfinata l’universo: la Via lattea e le costellazioni oppure come se un mirabolante microscopio ci rivelasse lo sconfinatamente piccolo immettendoci nel circuito di molecole e atomi con le loro innumerevoli varietà di forme e colori.
L’elemento che costruisce queste opere, il loro stilema, è il punto, che lui distribuisce in varie dimensioni e spessori non casuali, utilizzando lo smalto e uno stecchino e talvolta materiali d’uso, come piccole lamiere cartoncini e cose simili. Un lavoro da certosino in quanto ognuno di questi segni lui lo depone sul quadro meditandone e definendone il senso o meglio il messaggio. Le sue tavole punteggiate di smalti e talvolta lustrini esprimono – è lui stesso a spiegarcelo – un mondo interiore, una società vista nella sua essenza simbolica, la realizzazione di ognuno di noi – il punto – nell’intersecarsi senza urti della nostra con le altrui storie. È la rappresentazione interiorizzata di una società dove la solidarietà e la fedeltà ai valori originari e vitali dell’uomo creano armonia. Ogni punto più o meno piccolo procede in flussi fasci e vaghe figure senza mai sovrapporsi ad annullare l’altro, ognuno è necessario prezioso insostituibile.
I quadri di Enzo Martini costruiscono in aspetto di arazzo di broccato di cielo o di spazio metafisico il suo sogno di una convivenza che la nostra attuale società, disorienta disumanizzata da falsi valori, scioccamente si gioca condannandosi spesso a un reticolato di spine. Il linguaggio criptico dei punti di Enzo con la serena dolcezza che riesce a comunicarci ci porta a riflettere con lui su quanto in fondo sarebbe più semplice essere fedeli al buon progetto scritto nell’intelligenza umana, quello che lascia spazio a ognuno di essere una presenza non calpestata per costruire con gli altri un insieme senza strappi o assenze. (Piera Biondi, scrittrice)