Scandicci (Firenze ) – Si scaglia contro un mezzo della Quadrifoglio: il fatto è successo a Scandicci il 3 maggio scorso. Protagonisti, l’autista del mezzo della Quadrifoglio e un uomo di 66 anni. Il motivo per cui si è scatenata la furia dell’uomo, che avrebbe impugnato l’asta di ferro che serve per chiudere il bandone menando colpi contro il mezzo, cui ha fracassato un vetro, sarebbe il suono del clacson. Infatti l’autista avrebbe suonato il clacson per far spostare alcune auto parcheggiate proprio davanti al cassonetto che doveva vuotare, provocando così la reazione incontrollata dell’uomo, che sarebbe passato dalle male parole ai fatti. L’autista del mezzo, che in quel momento stava svuotando il cassonetto e quindi non poteva allontanarsi, ha riportato delle lesioni e contusioni al braccio oltre a uno stato di panico di cui ancora sconta i postumi.
Se la vicenda è paradossale, tuttavia non è l’unico caso. Infatti, come si legge in una nota diffusa dai Cobas, “Purtroppo siamo ancora una volta ad esprimere la nostra solidarietà a Sergio, che come in passato Nevio, Alessandro e altri ancora, sono stati vittime di aggressioni frutto di un clima di intolleranza sempre più esasperato, nei confronti di chiunque operi su strada come noi, come gli autisti Ataf e quant’altri”.
Un problema dunque generale, che tuttavia i dipendenti di Quadrifoglio sottolineano anche per la futilità delle motivazioni che spesso scatenano comportamenti violenti. Fra queste, oltre a problemi di ingombro e rumorosità dei mezzi, “siamo visti e percepiti – spiegano i lavoratori – come i principali responsabili del caro-bolletta dei rifiuti, per cui qualche cittadino si sente autorizzato a ogni tipo di protesta spesso ingiustificata che talvolta può sfociare in violenza non solo verbale”.
I problemi sono anche di altro tipo, come ricorda la nota sindacale: ad esempio, “in caso di aggressione l’azienda non offre assistenza legale per i danni fisici-morali che subiamo, grazie ad un vuoto contrattuale e normativo che andrebbe colmato, preoccupandosi solo di rivalersi per i danni procurati alla stessa azienda”. La prospettata introduzione del GPS tuttavia non è considerata un vero e proprio presidio di sicurezza, in quanto “non risolverà il problema delle aggressioni”. Più utile, conclude la nota, sarebbe “dotare i mezzi aziendali di vetri antisfondamento!”.