Da Montedomini alle scuole dell’infanzia, la Regina Bianca dà scacco al Re

Firenze – Montedomini nell’occhio del ciclone dopo il presidio di protesta, avvenuto in settimana,  contro il licenziamento di due dipendenti della cooperativa Agorà Toscana, che si è aggiudicata l’appalto di servizio per la struttura di Montedomini. Una questione semplice e complicata allo stesso tempo: semplice, perché la cooperativa contesta negligenza nel servizio dei due dipendenti sollevandoli dall’incarico nonostante la difesa dei due affidata ai Cobas, come già reso noto dagli organi di stampa cittadini; complessa, perché il ruolo di Montedomini, non solo nella vicenda segnalata (dove la struttura “aggiunge” il supplemento di pena di interdire ai due lavoratori l’accesso ad ogni altro appalto che la riguardi) sembra ormai tutt’altra cosa rispetto a ciò che era agli inizi degli anni 2000. Un cambiamento che non solo muta il volto di una delle storiche strutture dell’accoglienza fiorentine, ma anche il ruolo, che diventa di riferimento di una serie di cooperative, appalti, cordate molto difficili da tenere insieme.

Tornando allora indietro nel passato, sembrano cent’anni che Montedomini gestiva l’accoglienza degli anziani con un centinaio (160, risultava un ‘interrogazione dell’allora capogruppo di Rfc in consiglio comunale Monica Sgherri) di dipendenti propri. La rivoluzione comincia invece nei primi anni 2000, quando inizia un dimagrimento spinto del personale, motivato dal debito accumulato negli anni dalla struttura e dalla contemporanea apertura di altre Rsa, come quella di via Canova: la maggior parte dei lavoratori viene assorbita o dalla Asl (i dipendenti con qualifiche infermieristiche), o dal Comune (quelli con qualifiche attinenti al sociale). Alla fine dell’operazione, rimangono circa 50 dipendenti propri a Montedomini.

Fra il 2009 e il 2010, scatta il riaccorpamento con le altre Ipab (ai tempi) trasformate nelle attuali Asp, vale a dire Bigallo, Fuligno, S.Ambrogio. Insieme all’accorpamento che possiamo chiamare di “struttura” avviene anche l’accorpamento di “funzioni”, che per Montedomini vuol dire occuparsi, oltre delle politiche per gli anziani, anche di disabilità, inclusione sociale, marginalità. Insomma crescono i compiti, ma il numero dei dipendenti no, anzi: seguendo un trend contrario, a fronte dell’accrescimento di servizi, attualmente Montedomini conta su un organico proprio di 40 persone. Quaranta persone per tutto? Impossibile. Infatti, si tratta di personale amministrativo per lo più, mentre all’espletamento materiale dei servizi sono chiamate cooperative sociali e il cosiddetto volontariato.

Che c’è da stupirsi? Gare regolari, appalti regolari, dunque vinca il migliore. E così è. Interessante tuttavia andare a curiosare fra i nomi del CdA di Montedomini. Il Consiglio è composto da 3 membri (compreso il Presidente) nominati dal Comune di Firenze; 1 membro dal Presidente della Provincia;1 membro dall’arcivescovo di Firenze. Nello specifico, dal dott. Luigi Paccosi e dalla dott.ssa Francesca Napoli, nominati dal Comune di Firenze con Decreto del Sindaco n. 19 del 19/09/2014, dall’ avv. Giulio Caselli, nominato dal Presidente della Provincia con Atto n. 23 del 24/07/2014 e dal dott. Marco Galletti Consigliere nominato dal Cardinale di Firenze in rappresentanza della Curia. Il Consiglio, all’atto di insediamento, ha poi proceduto all’elezione del dott. Paccosi in qualità di Presidente e della dott.ssa Napoli in qualità di Vice-Presidente. Un posto rimane ancora vacante e spetta al Comune.

Per quanto riguarda il consigliere espressione della Curia, si tratta del dottor Marco Galletti, direttore dell’Istituto diocesano di sostentamento del clero di Firenze. Per quanto riguarda il membro nominato dal presidente della Provincia, è l’avvocato Giulio Caselli, che, come recita il suo curriculum, è esperto nel contenzioso finanziario e nella consulenza societaria e dell’organizzazione aziendale, nonchè presidente dal 2005 dell’Audsbef Toscana e membro del cda dall’Asp Montedomini dal 2011. Fra i due nominati dal Comune, rispettivamente presidente e vice presidente, il pezzo forte è senz’altro il presidente Luigi Paccosi. Paccosi è stato presidente e vice presidente di molte cooperative sociali riconducibili alla Compagnia delle Opere, il potente braccio economico di Comunione e Liberazione. Con alcune di queste, Montedomini ha un rapporto di affidamento dei servizi, ad esempio con il Progetto Sant’Agostino, di cui proprio Paccosi è stato presidente.

Non solo. L’attuale presidente della CdO è Francesco Neri, ben conosciuto nell’ambiente del terzo settore toscano e non, amico di Luigi Paccosi, di cui spesso è stato, di volta in volta, presidente o vice in cooperative sociali di matrice cattolica (CdO) attive in particolare nell’educazione. Un settore delle cooperative bianche legate alla Compagnia in cui si ritrova anche la moglie dell’attuale sindaco di Firenze Dario Nardella, vale a dire Chiara Lanni, che si ritrova in Con Opera (consigliere di ConOpera, già vicepresidente del CdA della cooperativa Acchiappastelle, attuale vicepresidente della cooperativa Cavallo Bianco, entrambe legate al consorzio della CdO) il consorzio nazionale di cooperative sociali dedicate ai Servizi educativi per la prima infanzia, che in soldoni hanno accesso alla costruzione di scuole dell’infanzia e asili nido. Di cui è presidente il solito Francesco Neri. Proprio il settore che in questi giorni è sotto il tiro di comitati cittadini, sindacati, movimenti, Sel e sinistra radicale per il lancio, ad opera della vicesindaco Cristina Giachi, dell’iniziativa di appaltare l’educazione pubblica della prima infanzia alle cooperative sociali, da un lato per quanto attiene i pomeriggi didattici, dall’altro in toto come i due asili nido Baloo e Farfalla.

Un organigramma riaggiornato dalle vicende di Montedomini di cui tuttavia i media, sia cittadini che nazionali, hanno scritto da tempo; come da tempo è indicato, come “svincolo” di amicizie e poteri Marco Carrai, “Marchino” per gli amici, che sono tanti e potenti. A farne un sunto basterebbe scorrere la lista degli invitati al suo matrimonio, tenuto a San Miniato (cosa di per se’ già difficile da ottenere per il fiorentino “comune”) ma per il quadro che si tratteggia basti ricordare che il cugino Paolo Carrai è stato presidente della Compagnia delle Opere in Toscana e che un altro cugino, Leonardo, è presidente di un’altra “costola” del movimento di don Giussani, vale a dire il Banco Alimentare. Amico da trent’anni del premier. Solo per fare un esempio,  fondatore con Dario Nardella dell’associazione Eunomia per la formazione e ricerca politica. Amico di Francesco Neri che fra gli altri incarichi ha anche quello di tesoriere di Eunomia, mentre Carrai ricopre quello di Responsabile Relazioni esterne. Insomma, il vero trait-d’union della galassia che si muove fra Firenze, Roma, Europa, Israele, Usa …

 

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