Firenze – Domenica 29 marzo alle ore 16, presso la Basilica di San Miniato al Monte (via delle Porte Sante, 34; ingresso libero; info 335 1337048 / 339 3422860) il Quartetto Polifonico “Clemente Terni”, cui si aggiunge il priore di San Miniato, Padre Bernardo Francesco Gianni, come voce recitante, esegue integralmente l’importante «Passione secondo Giovanni» del fiorentino Francesco Corteccia (1502-1571), la prima passione cinquecentesca italiana che risulti a tutt’oggi pervenuta.
Ad introdurre l’importante reperto saranno eseguiti canti di passione e saetas di autori anonimi spagnoli del secolo XVI e due composizioni di Bartolomeo degli Organi.
I cantos de Pasión e le saetas, a tutt’oggi eseguite nelle strade e nelle piazze al passaggio della statua del Cristo il Venerdì Santo, sono composizioni a voce sola, fortemente melismatiche, costruite su nuclei melodici antichissimi, con modalità esecutive che affondano le proprie radici nel canto flamenco.
Antifona e Lauda vede il suggestivo accostamento, ideato da Clemente Terni, di un frammento del salmo Quis dabit capiti meo acquam, attribuito aBartolomeo degli Organi, e della lauda dello stesso Bartolomeo Guardate il Salvatore. Quest’ultima costituisce un documento di grandissima importanza musicologica, essendovi state riscontrate proporzioni armoniche e numeriche simili a quelle riscontrabili nella Crocifissione del Masaccio in Santa Maria Novella.
La seconda parte del concerto è interamente dedicata alla Passione secondo Giovanni (Passio secundum Johannem), opera prima del fiorentino Francesco Corteccia (Firenze, 1502-1571), allievo tra gli altri di Bartolomeo degli Organi. Prima passione cinquecentesca italiana che risulti a tutt’oggi pervenuta, fu composta nel secolo che vide affermarsi in Italia la Passione responsoriale, definita anche “drammatica”, e nell’anno, il 1527, che vide Roma messa a “sacco” dai mercenari di Carlo V d’Asburgo e il Papa Clemente VII assediato in Castel Sant’Angelo.
Nei Paesi cattolici la Passione, dal punto di vista musicale, prende vita nel medioevo in forma monodica: addirittura i tre ruoli dell’evangelista, di Cristo e delle turbae, cioè la folla, venivano affidati a un solo liturgo. Col tempo, anche per la fatica della lettura, i tre ruoli sono stati suddivisi e, a partire dal XIV secolo, le turbae venivano affidate talvolta al coro, che cantava comunque a una voce sola. Solo dal XV secolo si hanno forme di passione polifonica, ovvero in cui ci sono momenti che vedono l’unione dei tre liturgi con i relativi toni di recitazione (in manoscritti conservati in Inghilterra, Germania e Italia, a Modena). Le parti corali cominciano a essere a tre e anche a sei voci, e ciò si ha ancor più nel XVI secolo: in realtà si tratta di elaborazioni di tipo mottettistico nello stile dei maestri franco-fiamminghi.
È in questo genere di Passione che si inserisce quella di Corteccia, che evolve nel tipo responsoriale e diventa emblematica di questo secolo. È composta in uno stile rigorosamente polifonico (gli strumenti musicali nella Passione cominceranno ad essere usati nel periodo barocco, ma solo nell’Ufficio delle Ore), semplice e lineare, in cui prevale l’andamento omoritmico delle voci e si cerca di assicurare la comprensione delle parole del testo e di rendere, attraverso la musica, la drammaticità del testo sacro, che si identifica con le letture proprie della Settimana Santa previste dalla liturgia della Messa.
Corteccia crea un capolavoro anche di tipo drammaturgico, che restituisce il carattere di sacra rappresentazione che la Passione (come gran parte dei momenti della liturgia della Settimana Santa) è in grado di evocare e che era stata utilizzata già dal medioevo. Un ulteriore esempio di come anche la musica, oltre alla letteratura e alle arti figurative del tempo, possa rappresentare le sofferenze di Cristo.
Prima parte
Anonimi spagnoli sec. XVI
In record – saeta
Un divino vull cantar – canto de pasión
Miralo, por ayi biene – saeta
Caminando el buen Jesus – saeta
Caminant amb una creu – canto de pasión
Allà arribita, arribita! – saeta
Estaba junto a la cruz – canto de pasión
Bartolomeo degli Organi:
Quis dabit capiti meo – antifona a due voci
Guardat’il Salvatore – lauda per la Settimana Santa a due voci
Seconda parte
Francesco Corteccia (1502-1571), “PASSIONE SECONDO GIOVANNI”
Quartetto Polifonico “Clemente Terni”
condotto da Guglielmo Visibelli
Gualtiero Spini e Saverio Bambi: tenori – Guglielmo Visibelli: baritono – Alessandro Guerrini:basso
voce recitante Padre Bernardo Francesco Gianni
ISTITUTO CLEMENTE TERNI
Associazione di Cultura e Prassi Musicale
(Via Madonna della Querce 28 – 50133 Firenze)
Presso la Chiesa di San Francesco (Via Giacomini 3 [Piazza Savonarola], Firenze; ore 21; ingresso libero; info: istitutoclementeterni@gmail.com, 338 8963453) l’«Ensemble Musica Instrumentalis», arricchito della presenza di Anna Noferini e Rossella Giannetti, presenta lo «Stabat Mater» di Giovan Battista Pergolesi. Ultima opera dello sfortunato Pergolesi (1710-1736), lo «Stabat Mater» è uno dei più toccanti capolavori della musica sacra, tanto che Bellini diceva di non poterlo suonare al pianoforte senza piangere. La sua bellezza sfolgorante fu apprezzata anche da Bach, che se ne fece trarre una copia personale e Rossini esitò a lungo, prima di comporre il suo, perché riteneva quello di Pergolesi troppo sublime per poterlo eguagliare. L’«Ensemble Musica Instrumentalis» è un gruppo di musicisti fiorentini costituitosi con l’intento primario di eseguire le musiche del Maestro Clemente Terni e il repertorio che il Maestro prediligeva. Nel concerto odierno vi si aggiungono, in qualità di violino e Maestro concertatore, Anna Noferini, membro stabile dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino dal 1991 e collaboratrice di vari rinomati gruppi di musica antica, e la clavicembalista Rossella Giannetti, che all’attività di concertista che la porta, come solista e in gruppo, a partecipare a molti festival e rassegne importanti, affianca quella di ricercatrice, dedicandosi alla riscoperta e alla pubblicazione di musiche di compositrici del passato. L’esecuzione dello «Stabat Mater» di Pergolesi ha già valso alla formazione che si riascolta oggi molti prolungatissimi applausi in occasione del debutto, lo scorso novembre.
«Ensemble Musica Instrumentalis»
Elisabetta Stringa: soprano – Costanza Redini: contralto
Patrizia Del Ciotto: violino – Chiara Santarelli: viola – Isabella Faralli: violoncello
Violino: Anna Noferini
Clavicembalo: Rossella Giannetti
Giovanni Battista Pergolesi;
Stabat Mater in fa minore per soprano, contralto, archi e basso continuo.
Testo attribuito a Jacopone da Todi