Libri: Didone e le altre, i migliori gossip dell’antichità

Pistoia – Storia, epica, lingue classiche, letteratura greca e latina sono spesso considerate un importante bagaglio culturale, ma niente di più. Fanno parte di un passato che ci sfiora, ma ormai non fa più parte di noi e spesso non riescono ad appassionarci perché appaiono ormai sepolte dalla polvere del tempo. Si tratta di un grosso errore di valutazione compiuto non solo da generazioni e generazioni di studenti, ma perpetrato da tutti coloro che – ritenendo che gli antichi ormai non ci riguardino –desiderano frettolosamente accatastarli nell’archivio della coscienza collettiva.

Avete mai provato a pensare a come l’antichità fosse invece popolata da personaggi che avevano vite piene di eventi, complicazioni, disgrazie, valori? Gli eroi classici hanno vissuto molto più di ognuno di noi, sopportando tragedie, amori impossibili, combattendo fino alla morte, vincendo in guerra, girando il mondo spinti dal Fato.

Mariangela Galatea Vaglio nel suo libro Didone per esempio ricorda e racconta proprio quanto gli antichi fossero moderni. L’autrice passa in rassegna numerosi personaggi, da folli innamorate, a grandi condottieri, a cortigiane di gran classe, fino a narrarci di impavidi eroi.

Didone, per esempio, era una grande regina che sfidando l’ignoto e i pregiudizi di un mondo maschilista e misogino aveva ampiamente vinto. Se avesse scelto più accuratamente per chi perdere la testa, anziché lo sfuggevole Enea, forse avrebbe fatto una fine migliore. Qualcuno avrebbe dovuto dirle che non ci si lascia ridurre così dal primo cretino che passa.

Il tanto decantato Ulisse, poi, dicono che avesse un gran cervello, ma se lo avesse usato meglio nella sua odissea, forse sarebbe tornato prima ad Itaca. Meno male che Penelope, la moglie, non era priva di pazienza, astuzia e saggezza, così Omero ha potuto narrare il lieto riavvicinamento tra i due.

Anche Atene fu teatro di illustri e singolari personaggi. Pericle, noto per essere un forte promotore della democrazia, è stato uno dei pochi a riuscire ad innalzarsi alla gloria e poco dopo ad autodistruggersi.

Nella stessa città vi era poi una fanciulletta beota rinomata per il lavoro che faceva, uno tra i più antichi del mondo. Frine non era una sgualdrina, era una escort e di gran lusso. Dovrebbero imparare da lei le attuali signorine accompagnatrici: i suoi clienti erano potenti, ma lei era una regina e in tal modo veniva trattata.

Il mondo romano, poi, era pieno di bizzarrie e scalpori. Nell’Urbe tutto era consentito, non importava quali strategie amorali avessi utilizzato o di quanti scandali ti fossi reso responsabile se poi diventavi un Giulio Cesare.

Le matrone romane erano in grado di far mutare corso alle sorti politiche, avevano un certo potere, a modo loro, che esercitavano nei letti, anziché su un trono. Questo, per molte, era quasi un gioco, sicuramente il passatempo preferito di Lesbia. D’altronde a lei cosa importava se lo sciagurato poeta Catullo ne era innamorato perdutamente; per Lesbia lui era solo uno dei tanti. D’altronde non si può scegliere chi non tollera catene, e poi rammaricarsi perché le infrange.

Con il libro di Mariangela Galatea Vaglio non ci si annoia; soprattutto, dopo averlo letto, non si possono considerare morte e polverose le vite degli uomini della classicità.  Il gossip, i pettegolezzi e le dicerie su eroi d’altri tempi in Didone per esempio non hanno fine.

La scrittrice, dottore di ricerca in storia antica, professoressa e blogger brillante,  ci insegna in modo semplice e frizzante  – come fosse la nostra vicina di casa – ma rigorosamente scientifico che conoscere i protagonisti dell’AntichitàClassica vuol dire capire che essi non ci guardano arcigni dalla penombra, imbalsamati là, come soprammobili cattivi. Ci fanno locchiolino.

 

 

Mariangela Galatea Vaglio, Didone per esempio Nuove storie dal passato,  Lit Edizioni, Giugno 2014, pag. 246, 14

 

 

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