Firenze – Ridurre gli sprechi mantenendo i servizi. E’ questa la parola d’ordine della riforma della sanità toscana che la Giunta regionale invierà all’approvazione del Consiglio regionale.
A Palazzo Panciatichi si deciderà, dunque, se accorpare le 12 Asl toscane in 3 nuovi enti locali sanitari di Area Vasta, uno per la Toscana sud-est, uno per la Toscana centrale ed uno per la Toscana di nord-ovest. La proposta di legge prevede l’accorpamento delle Asl e la decadenza dei direttori generali che attualmente le guidano. Anche i direttori sanitari, amministrativi e dei servizi sociali delle 12 odierne realtà sanitarie verranno meno ed al loro posto verranno posti 12 commissari (e 12 vicecommissari) che avranno il compito di guidare il processo di fusione delle Asl negli enti di Area Vasta.
La fase transitoria terminerà il 1° gennaio 2016, quando le 12 Asl decadranno di fatto per essere sostituite in toto dalle 3 aziende di Area Vasta, ciascuna con la propria autonomia di diritto pubblico, organizzativa, imprenditoriale, amministrativa e contabile.
Se la proposta di legge verrà approvata dal Consiglio regionale, la sanità toscana andrà verso uno snellimento amministrativo che – questa l’intenzione della Giunta regionale – non andrà ad intaccare i servizi sanitari ai cittadini. Già negli scorsi mesi la proposta del governo regionale aveva trovato appoggio anche da parte delle opposizioni, da tempo impegnate nelle varie commissioni dell’assemblea legislativa toscana, in una razionalizzazione delle spese regionali in sanità.
“Quella che abbiamo intrapreso e porteremo avanti nei prossimi mesi è una vera e propria ‘rivoluzione della qualità’. Una grande riforma strutturale che guarda avanti per molti anni futuri”, ha spiegato l’assessore regionale al Diritto alla salute, Luigi Marroni. L’obiettivo, ha proseguito, è quello di eliminare “sprechi e doppioni” che, evidentemente, esistono come denunciato da tempo proprio dalle opposizioni in Consiglio regionale.