Innovazione e motori, abbassare le emissioni con l’idrogeno si può

Firenze – La prima uscita pubblica di Marco Catellacci (un’intervista a Controradio), fiorentino, poco più di trent’anni, esperto di tutto ciò che riguarda l’idrogeno e il suo impiego, ha scatenato vivaci reazioni da parte, in particolare, del mondo accademico, convinto che la tecnologia non sia ancora in grado di apprestare apparecchiature che consentano di sfruttare come carburante l’idrogeno. “Si è trattato, molto probabilmente, di un equivoco – spiega Catellacci – nessuno ha mai detto che sia possibile montare su un’auto un dispositivo che sostituisca i carburanti conosciuti con l’idrogeno. Per farla breve, l’auto a idrogeno è, tutt’ora, un bel traguardo ancora da raggiungere. Ciò che invece è possibile fare, è montare un dispositivo che importi nel serbatoio di un’auto a benzina un additivo, l’idrogeno scisso dall’ossigeno, tramite elettrolisi, che funziona esattamente come un potenziatore del carburante, permettendo di bruciare “meglio” la benzina”.

Un bruciare “meglio” che si traduce in efficientamento del carburante (si risparmia sul consumo), oltre ad avere emissioni molto meno pesanti rispetto a quelle tradizionali. Se tutto ciò avviene, il secondo dubbio che ricorre è: ma questo dispositivo “rovina” il motore dell’auto? “No – risponde Catellacci – si tratta di un “apparecchio” composto di 4 pezzi che in buona sostanza, utilizzando l’acqua distillata di facile reperibilità in qualsiasi supermercato, attraverso un processo di elettrolisi collegato a una centralina specifica aggiunta per regolare la quantità di idrogeno da produrre in base ai giri del motore, immette nel serbatoio del carburante idrogeno e ossigeno “separati”. E’ l’idrogeno che potenzia il carburante, e che rende la miscela più combustibile e dunque più “utilizzabile”, oltre che più pulita.

“Il vantaggio di questo sistema – conclude Catellacci – è che la materia prima è di facile reperibilità (acqua distillata) e l’apparecchio è non invasivo del sistema di alimentazione dell’auto”.

A mettere a punto tutto ciò, un’azienda di Brescia, cui Catellacci, che ha sempre avuto il pallino dell’idrogeno (si è laureato nel 2008 con una tesi sull’economia all’idrogeno, quando la grande rivoluzione collegata a questa forma di energia era preannunciata a portata di mano) si è rivolto incuriosito dalle sue ricerche e dai suoi risultati. Ad oggi, il “sistema” può essere venduto e montato a Firenze.

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