Abbadia San Salvatore – L’Amiata era considerata una montagna sacra dai romani e prima ancora dagli etruschi. E questo senso mistico si è tramandato di generazione in generazione fino ai giorni nostri attraverso l’incanto dei boschi, le sorgenti di acqua purissima, una flora e una fauna certamente tipica di luoghi suggestivi e unici nel loro genere.
L’occasione per parlare di questa montagna compresa tra il territorio senese e quello grossetano si è avuta con la presentazione dei libri fotografici “lupo appenninico” e “il fantastico lupo”, entrambi editi dalla casa editrice Moroni, a Fonte Magria di Abbadia San Salvatore (SI).
Nel corso dell’evento, alla presenza di amministratori locali e un folto pubblico, è emersa l’esigenza di valorizzare la montagna amiatina attraverso la creazione di un parco nazionale.
Al momento appare un’idea ambiziosa dai contorni ancora incerti, ma secondo Cesare Moroni, l’editore che porta questi luoghi nel cuore, l’istituzione del parco potrebbe costituire un volano di valorizzazione e tutela paesaggistica di grande rilevanza.
Anche alcuni amministratori locali hanno valutato positivamente l’idea e alcuni cittadini, progettano di istituire, prossimamente, una vera e propria organizzazione per promuovere l’iniziativa.
In embrione, nell’ottica di far comprendere a tutti le peculiarità della flora amiatina, l’azienda agrituristica di Fonte Magria ha curato, unilateralmente, con la collaborazione scientifica del prof. Augusto De Bellis, un orto botanico, visitabile dal pubblico, nel quale sono raccolte specie di piante, tipiche dei luoghi, alcune delle quali molto rare o in via di estinzione.
L’augurio che circola tra i promotori del Parco Nazionale Amiatino è quello di iniziare il percorso di un processo di sensibilizzazione tra i residenti dei territori interessati e conseguentemente, possa essere avviata, attraverso gli amministratori, la procedura per raggiungere l’ambizioso obiettivo.
Foto: Cesare Moroni