Firenze – Progetti speciali e sperimentali per accrescere la sicurezza in alcune delle realtà toscane più a rischio. E’ quanto ha annunciato stamani l’assessore regionale alle politiche per la sicurezza dei cittadini e la cultura della legalità, Vittorio Bugli, nel corso di un convegno organizzato a Firenze dalla Regione Toscana presso la sede della presidenza e dedicato a “Criminalità e sicurezza in Italia e in Toscana”. La Giunta regionale pensa di destinare a questo scopo circa 500.000 euro.
A guardare i numeri, la Toscana parrebbe meno sicura di altre parti d’Italia: del sud ad esempio. Ma la conclusione rischia di essere azzardata. Il rapporto dell’Osservatorio sociale della Regione in effetti dice semplicemente che le denunce in Toscana sono più numerose che in molte altre parti, ma non è detto alla fine che i crimini siano in assoluto davvero di più. Non ovunque infatti c’è la stessa propensione a denunciare un reato subito e ce ne sono alcuni che non vengono scoperti.
Si può comunque dire che, in Italia come in Toscana, gli ultimi venticinque anni hanno visto una lenta ma progressiva diminuzione dei reati registrati: solo quelli contro il patrimonio, dagli anni Novanta, sono aumentati. I numeri sono quelli dei crimini denunciati dalle forze dell’ordine alla magistratura. Dopo il picco del 1991, la Toscana ha registrato tre momenti critici, con altrettanti picchi: il primo nella seconda metà degli anni Novanta, il secondo nel 2007 e l’ultimo, più di recente, nel 2012. Da allora i delitti denunciati in Toscana sono andati calando ogni anno.
Negli anni Novanta il tasso di delitti in Toscana è rimasto costantemente più basso della media italiana. Poi nel 2002 la situazione si è invertita e da allora la delittuosità della regione è risultata sempre superiore. Nel 2014 si sono contati 5.057 delitti ogni centomila abitanti (in Italia erano 4.627). Nel 2015 sono scesi a 4.884, che in numeri assoluti fanno 182.870 reati denunciati nel corso di tutto l’anno nella regione. La diffusione dei reati sembra seguire la stessa geografia dello sviluppo economico e sociale: più sviluppo corrisponde ad un maggior numero di reati. L’assioma vale in particolare per i reati contro il patrimonio, ovvero furti e rapine, borseggi o truffe, più numerosi dove i redditi sono più alti.
“Anche se non abbiamo competenze dirette in materia di sicurezza – ha detto Bugli – intendiamo concentrare le risorse in alcune situazioni campione dando priorità a chi presenta maggiori problemi e diversificando gli interventi. Ecco quindi che a Prato interverremo nell’area della stazione del Serraglio, a Pisa in quella della stazione centrale, a Livorno nei quartieri più a rischio e a Firenze sulla movida, così da testare l’efficacia dei progetti, per poi replicarli in altre realtà”.
Queste ulteriori risorse si aggiungeranno al milione di euro che la Regione ha recentemente messo a disposizione degli enti locali per l’acquisto di sistemi di videosorveglianza ed informatici per segnalare in tempo reale reati, situazioni di pericolo o di degrado.