Beni ipotecati, conti pignorati: non rientrano nel calcolo Isee

Firenze – Cambiano i criteri, vale al situazione di reale bisogno. E’ questo il principio, enunciato dall’assessore al welfare della giunta comunale fiorentina Sara Funaro, la cui misura più macroscopica è quella di non considerare, al fine del calcolo dell’Isee, i beni di cui non si ha la disponibilità. Esempi? La casa ipotecata, fra le situazioni più classiche, o il conto pignorato: finora, pur non essendo nella disponibilità della famiglia, questi beni entravano comunque nel calcolo dell’Isee, mentre la nuova regola, approvata dall’assemblea dei soci della Società della salute, li esclude dal conteggio.

Fra le altre misure approvate, per quanto riguarda le prestazioni sociali e sociosanitarie domiciliari per anziani fragili e non autosufficienti, è previsto un abbattimento percentuale proporzionale delle quote di compartecipazione dell’utenza per valori Isee compresi tra 7.500 e 12mila euro. Nello specifico, viene proposto un abbattimento pari al 15% per i nuclei familiari con un Isee pari a 7.500 euro (corrispondente alla soglia di esenzione) con riduzione proporzionale fino all’azzeramento in corrispondenza di un valore di 12.00 euro. 

Un’altra agevolazione a beneficio delle persone assistite a domicilio è l’innalzamento di 40.000 euro della franchigia patrimoniale prevista dalla disciplina nazionale Isee per le famiglie proprietarie della casa di abitazione e l’introduzione di un’agevolazione, corrispondente a un abbattimento del 30% del valore Isee utilizzato per il calcolo della compartecipazione, per le famiglie in cui più componenti beneficiano di prestazioni domiciliari. L’importo della maggiore detrazione del valore ai fini Imu della casa di abitazione é stabilito in 40mila euro. 

“Si tratta di misure che vanno incontro alle famiglie che si trovano ad affrontare una reale situazione di bisogno e che ne abbiano davvero necessità – ha detto l’assessore al welfare Sara Funaro – le novità introdotte nei regolamenti, in base ai quali vengono erogati i servizi sociali, dimostrano la grande attenzione che l’amministrazione pone sugli effetti redistributivi delle modifiche normative nazionali allo scopo di garantire una sempre maggiore equità ai propri sistemi di erogazione delle prestazioni sociali e di compartecipazione dei cittadini al loro costo”. 

Per le prestazioni residenziali è prevista, invece, l’integrazione della regolamentazione vigente con l’esplicita previsione di una quota di 1.200 euro annui che resta a diretto beneficio della persona assistita per le sue esigenze personali. 

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