Toscana – Dall’inizio di luglio la Guardia di Finanza ha avviato un piano estivo di controlli a tutela dell’economia legale nelle località balneari, montane e nelle città d’arte a maggiore vocazione turistica; “un rafforzamento delle attività soprattutto orientato verso la tutela delle imprese e dei cittadini che, con fatica e sacrifici, tutti i giorni operano e lavorano per il bene e per la crescita economica dell’Italia – ha dichiarato il Comandante Generale del Corpo, Gen. C.A. Giorgio Toschi il quale, nell’occasione della divulgazione dei risultati conseguiti dalle Fiamme Gialle in questo ultimo mese e mezzo, ha anche aggiunto – ho impartito precise disposizioni ai Reparti proprio per assicurare che le attività più approfondite siano mirate solo nei confronti di chi si pone deliberatamente fuori dalle regole e in concorrenza sleale con gli imprenditori onesti, a danno dell’intero sistema – Paese”.
Sono già 13 milioni i prodotti contraffatti e/o insicuri sequestrati nel corso di oltre 2.000 interventi, che hanno permesso di denunciare circa 1.000 responsabili e scoprire 16 strutture, fra opifici industriali e depositi, utilizzati per la produzione e lo stoccaggio delle merci irregolari.
L’unicità del dispositivo organizzativo della Guardia di Finanza permette di integrare i compiti di polizia economico-finanziaria con le funzioni di polizia giudiziaria. Le operazioni partono dai punti di smercio e vendita, spesso concentrati nelle località di villeggiatura e puntano poi a ricostruire l’intera filiera del falso e della distribuzione, fino ai produttori/importatori e ai depositi di stoccaggio della merce illecita.
La strategia operativa della Guardia di Finanza è infatti orientata a prevenire e contrastare a trecentosessanta gradi ogni illecito economico-finanziario, scandagliandone tutte le possibili sfaccettature. È quanto accaduto, ad esempio, con l’attività della GDF diNapoli, scaturita dallo sviluppo di informazioni acquisite nel corso del quotidiano controllo economico del territorio, grazie al quale è stato possibile individuare tre opifici clandestini dediti all’illecita produzione di articoli recanti marchi contraffatti, abilmente occultati all’interno di comuni box auto, ai quali si accedeva mediante passaggi occulti ricavati nell’intercapedine di una parete. L’operazione ha permesso di denunciare 21 persone, di cui 3 tratte in arresto e sequestrare opifici, macchinari e autoveicoli utilizzati nell’illecita attività, oltre a diverse migliaia di prodotti contraffatti.
Sul fronte delle accise sono stati controllati 1.090 distributori stradali di carburante in tutto il territorio nazionale, con 271violazioni constatate, delle quali 74 riferite alla disciplina sui prezzi, con sanzioni amministrative a carico dei gestori degli impianti.
Nei casi più gravi, 39 responsabili sono stati denunciati alle competenti Procure della Repubblica e oltre 112.000 litri di prodotti petroliferi sono stati sequestrati: principalmente, casi di frode emersi dal riscontro del quantitativo di carburante erogato con l’importo pagato dagli utenti, ovvero dalle verifiche sulla qualità dei prodotti per individuare miscelazioni abusivecon sostanze non consentite, che hanno fatto emergere anche condotte di contrabbando di prodotti energetici immessi in consumo in evasione d’accisa.
Nel corso dei controlli mirati alla tutela del commercio regolare, settore che in questo periodo aspira giustamente ad una espansione del giro d’affari, sono stati individuati oltre 560 venditori risultati completamente abusivi per totale assenza di licenze e permessi previsti dalla normativa commerciale e di pubblica sicurezza, mentre più di 3.000 sono i venditori e gli esercenti che, seppure in possesso delle prescritte autorizzazioni, hanno omesso di comunicare l’inizio dell’attività all’Amministrazione finanziaria o che non hanno installato i misuratori fiscali, risultando, in molti casi, evasori totali e quindi sconosciuti al Fisco. Nei loro confronti, i Reparti della Guardia di Finanza hanno già avviato approfondimenti mirati alla completa ricostruzione del giro d’affari nascosto.
Quasi 2.000 i lavoratori “in nero” e irregolari scoperti nel corso del piano estivo.
In questo ambito a Foggia è stata portata a termine un’operazione a contrasto del fenomeno del “caporalato” la quale ha permesso di sgominare un gruppo criminale che, disponendo di un’articolata struttura organizzativa (con dormitori, servizi ditrasporto degli operai, contabilità parallela “in nero”, ricorso a ditte/società di copertura), ha realizzato una prolungataattività di intermediazione illecita di diversi operai di nazionalità rumena. L’operazione si è conclusa con l’arresto di tre persone e il sequestro di immobili e automezzi impiegati nell’attività criminale.
Sempre nel settore dei ricavi in parte occultati al Fisco sono stati registrati 675 interventi a contrasto degli affitti irregolari, anche mediante il ricorso all’offerta on-line, di seconde e terze case nelle principali località di villeggiatura; 420 le violazioni riscontrate, con il conseguente avvio di più approfonditi accertamenti fiscali.
In tale contesto si inserisce un più articolato e strutturato piano d’azione realizzato dalla Guardia di Finanza in Sicilia che, dopo un’approfondita attività informativa, supportata anche dall’esame di numerosi siti internet e riscontri sul territorio, ha individuato 23 “bed & breakfast” completamente abusivi e proposto per il recupero a tassazione nove milioni di euro non dichiarati al Fisco con un milione di euro di I.V.A. evasa.
L’intensificazione del controllo economico del territorio disposta dalla Guardia di Finanza durante la corrente stagione estiva ha coinciso, inoltre, con un nuovo piano di controlli mirati sui servizi di rimessa di denaro, per prevenire condotte finalizzate all’utilizzo dei circuiti di pagamento alternativi ai canali bancari per finalità di riciclaggio di proventi illeciti, ovvero per possibili operazioni destinate al finanziamento del terrorismo.
In particolare, a partire dal 1° luglio sono stati eseguiti 346 accertamenti presso altrettanti sportelli di money transfer, che hanno permesso di porre sotto controllo 647 operazioni di trasferimento di denaro, poste in essere da altrettanti soggetti, di cui 111 risultati gravati da precedenti di polizia.
L’effettuazione di questi controlli “sul posto” ha anche lo scopo di evitare casi di “aggiramento” delle regole che sovrintendono a tali servizi, fra cui il divieto di frazionamento artificioso dei pagamenti al di sotto della soglia di legge fissata in 1.000 euro (c.d.smurfing) oppure la fittizia intestazione delle transazioni a prestanome.
Il complesso di dati e informazioni così raccolti sono stati posti a disposizione del Gruppo Investigativo sul Finanziamento al Terrorismo (G.I.F.T.) della Guardia di Finanza, recentemente istituito nell’ambito del Nucleo Speciale Polizia Valutaria, su ordine del Comandante Generale, Gen. C.A. Giorgio Toschi, per l’effettuazione di ulteriori analisi e incroci con gli altri sistemi informativi in uso al Corpo e con le segnalazioni di operazioni sospette per rischio di riciclaggio o finanziamento del terrorismo.