Firenze – Porta il nome di Lorenzo Falchi, la sconfitta targata Sesto del Pd. Il nuovo sindaco ha 36 anni, ma un curruculum di tutto rispetto per quanto riguarda l’attività politica, soprattutto è il front-man di un qualcosa che è cresciuto a poco a poco, contro tutte le previsioni, nella patria del vecchio Pci-Ds e che ha portato alla vittoria della Sinistra. Quale? Quella “alla sinistra” del Pd. Il che significa che il Pd va all’opposizione per la vittoria di una sinistra che si è presentata, ottenendo credito dagli elettori, come più sinistra del Pd. Un’operazione che finora non era mai riuscita a nessuno dei vari movimenti, liste, partiti che l’avevano tentata.
E’ questo un dato politico molto interessante, anche perché si associa al ruolo di quegli “otto” famosi che fecero cadere la giunta precedente e che furono non solo cacciati a calcioni dal Pd biagiottian-renziano, ma furono poi tacciati, fra le altre cose, di tradimento e di protagonismo personale. Proprio loro, che, come dice qualcuno oggi, tentennando il capo, “avevano ragione da vendere”. E che hanno costruito attorno alla loro fuoriuscita qualcosa che si è trasformato in una macchina da guerra: 65% a Falchi, significa molto, al di là anche dei sospetti subito in agguato che su Falchi siano confluiti voti non proprio di sinistra. Non certo forzisti, ma pentastellati forse sì. Ed è fatale, per tutte le Sinistre che hanno sempre fatto la parte dei parenti poveri e nevrotici del Pd, interrogarsi se sia un risultato dovuto alla specificità del territorio (“Sestograd”) oppure a una capacità innovativa della Sinistra sestese, che fino all’ultimo, d’altra parte, si è presentata divisa in due liste, spesso contrapposte più da problemi di tipo ideologico che ideale. Da annotare un u8lteriore passaggio, come spiegano alcuni del comitato elettorale di Falchi: “Abbiamo cambiato il “tono” del confronto elettorale, non abbiamo mai parlato male degli avversari, abbiamo solo portato avanti le nostre idee”. Fra cui i due no, all’inceneritore e alla pista dell’aeroporto. Impegni importanti, che daranno subito del filo da torcere alla nuova giunta.
Ma se Sesto gioca una partita, per ora, tutta sua, i risultati degli altri cinque comuni la raccontano lunga, soprattutto in terra toscana, della frana che si è smossa nel Pd. Anzitutto, Grosseto, dove, secondo i pronostici, Antonfrancesco Vivarelli Colonna diventa sindaco portando dietro di sé tutto il centrodestra unito, dalla Lega a Fratelli d’Italia a Forza Italia. Una dimostrazione che laddove il centrodestra e destra trovano la “quadra”, non ci sono argini che tengano. Un esempio che dovrà far riflettere da un lato i fautori della linea berlusconiana che tende a escludere la destra più radicale, linea comunque rivelatasi perdente a Milano, dove vince Sala, dall’altro rileva ancora l’importanza di Fratelli d’Italia e della Lega, che comunque, in maniera diversa, sono diventati protagonisti di qualsivoglia fronte unito il centrodestra costruisca. Il Pd perde dunque il capoluogo, l’unico in cui si votasse, e lo perde dopo 10 anni di governo. Da valutare il ruolo del M5S, che potrebbe aver fatto confluire i suoi voti (al primo turno aveva ottenuto un 20%) sul candidato di centrodestra.
Ma è l’andamento generale a creare più di qualche nube sulla testa dell’attuale gruppo dirigente piddino. Mentre l’unica vittoria proviene proprio da Altopascio, comune storicamente su posizioni contrapposte, gli altri comuni vedono la regolare sconfitta del Pd: Lega nord, che per la prima volta strappa un sindaco n Toscana, con una donna, Susanna Ceccardi, a Cascina; sindaco del centrodestra, con Silvia Chiassai, a Montevarchi; a Sansepolcro stravince, col 68% , Mauro Cornioli, contro la dem – sindaco uscente, Daniela Frullani. Un segnale forte, uno stop che il Pd riceve proprio nel suo fortino, dentro una terra, in dei comuni dove spesso il Pci teneva medie pari al 70-75%.
Un post di Enrico Rossi, il governatore della Toscana, sintetizza: “Il risultato elettorale è molto negativo e doloroso. Il PD ha perso la connessione con una parte importante del suo popolo. Io dico che occorre unità, umiltà e ascolto della nostra gente per costruire insieme il cambiamento che è necessario. Voglio una discussione seria”, mentre l’ex-ministro Valdo Spini constata: “La strategia del Partito della Nazione, il partito- lombrico che rimangia a destra quello che perde a sinistra, non paga. Sul piano del rinnovamento, il PD perde la sfida con il M5S, mentre dall’altro lato, come dimostra Grosseto, il centrodestra è pur sempre presente sul territorio.La verità è che ci vorrebbe una sorta di costituente che mettesse in piedi un rapporto fra centrosinistra e sinistra di governo, senza la quale (vedi Pisapia) non si sarebbe vinto neppure a Milano”.
foto: festeggiamenti a Sesto Fiorentino per il nuovo sindaco Lorenzo Falchi