Fabbrica Europa: le donne di Sol, combattenti invincibili

Firenze – Ci hanno provato in tanti e in tanti modi  a rappresentare l’essenza della femminilità. Nella musica, nella pittura, nella letteratura, nella scultura e nella danza, per lo più a mettendo  in luce solo un aspetto della natura e del modo di sentire e di essere delle donne. Sol Picò, ballerina e coreografa catalana,  è da mettere sicuramente nel numero di coloro che sono riusciti a farlo, giocando con la complessità, la contraddizione e la creatività per mettere sulla scena la vitalità e la generosità delle sue consorelle.

“We Women”, che ha inaugurato la 23° edizione di Fabbrica Europa alla Stazione Leopolda è uno spettacolo così originale e così sorprendente che ha confermato il livello di qualità delle scelte dei responsabili del Festival che ogni anno propongono le cose più interessanti che circolano per il mondo.

Venti anni fa Sol dette vita a una compagnia di danza contemporanea con lo scopo di creare nuove forme artistiche, contaminando stili e generi  e proponendoli al pubblico con una buona dose di ironia. Le sue donne emergono da questo gioco profondamente ironico solo apparentemente trascurato e abbandonato all’improvvisazione e in realtà frutto di un lavoro rigoroso ed elaborato figura per figura, momento per momento con tecnica e amore infiniti.

E dunque ecco queste sette donne, tre musiciste e quattro ballerine, di lingua e nazionalità diverse che interagiscono fra di loro, che narrano con il gesto, la parola e la musica dei loro sentimenti, delle loro aspirazioni, anche delle loro fragilità di fronte alla prepotenza e alla brutalità del maschio.

Che sono in lotta perenne per affermare la parità nell’esistenza quotidiana e nel lavoro, e  che riescono – ecco uno degli elementi fondanti dell’eterno femminino – a ricominciare da capo senza paura della ripetizione e dell’angoscia: perché loro, le donne, sono il vero spirito del creato che non conosce pause alla creazione, alla trasformazione, al ritorno, al declino e alla nascita.

Sol esalta la sua grande capacità tecnica con un pezzo virtuosistico che l’ha fatta conoscere in tutto il mondo, il flamenco ballato sulle punte con le scarpette rosse da danza classica: una performance che richiede forza ed equilibrio formidabili.

La musica popolare ispanica, il flamenco, il cante hondo andaluso fanno parte di un montaggio musicale che mescola ritmi di tutto il mondo come da tutto il mondo vengono le sue ballerine e le sue musiciste: Julie Dossavi, Minako Seki, Shantala Shivalingappa, Adele Madau, Lina Leòn (bellissima voce) e Marta Robles.

Mostrano corpi diversi, alti, magri, bassi, parlano lingue diverse, nella danza seguono ritmi e schemi diversi , ma raccontano storie che hanno tutte lo stesso contenuto: la forza delle donne, il loro non essere mai sconfitte anche se ferite. Dunque la loro bellezza.

Foto: Sol Picò

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