Il racconto dell’odissea (non a lieto fine) di chi cerca lavoro candidandosi sul web.
Firenze – L’idea di questo articolo mi è venuta qualche settimana fa e – devo dire – il risultato della mia indagine non ha deluso le mie attese. Per varie vicissitudini (ma non è questo il luogo adatto per parlarne), ho effettuato da qualche mese l’iscrizione a vari siti web che permettono di candidarsi ad offerte di lavoro. E subito la mia casella di posta elettronica, prima pressoché vergine, ha iniziato a ricevere “quintali” di messaggi indesiderati. Mi sono detto, allora: perché non provare a verificare quanta spam viene dai questi siti? La risposta è in questo articolo, che non ha assolutamente pretesa di esaustività statistica, né alcuna validità scientifica. Ma che rende bene l’idea di quanto i portali on-line per la ricerca di lavoro siano, piuttosto che luogo di incontro fra domanda ed offerta d’impiego, un vero e proprio strumento pubblicitario.
Partiamo dall’inizio. Diciamo che la media di spam giornaliere ricevute dalla mia mail era, prima dell’iscrizione, ai siti web per le candidature di lavoro, di 5-6 messaggi. Qualche giorno si poteva arrivare a 7-8, ma raramente. Poche, insomma, soprattutto per una mail che, come la mia, è “frequentata” da molti contatti per attività giornalistica e lavorativa in genere.
Qualche mese fa, come dicevo sopra, effettuo l’iscrizione ad un paio di siti per la ricerca di lavoro. Diciamo che, inizialmente, mi sono iscritto a 3-4 siti principali. Sulla mail hanno iniziato ad arrivare, quotidianamente, degli alert con le segnalazioni delle principali posizioni aperte in linea con il mio profilo. Curiosità e necessità mi hanno spinto a visionare ogni giorno le varie proposte. E, qualche volta, ad effettuare altre iscrizioni. Già: perchè talvolta capita che un’offerta proposta da un sito Internet di ricerca di lavoro si trovi sulla bacheca di un altro sito. E che il solo modo per effettuare la candidatura è di iscriversi al nuovo sito cui si viene rimandati.
Ovviamente, pur di candidarsi ad una posizione allettante, non resta al malcapitato che perdere una mezz’ora della propria vita in una nuova iscrizione e ritrovarsi iscritto ad un nuovo sito. E a poco sembra valere l’attenzione al consenso sulla privacy. Non basta, infatti, cliccare su “non accetto” nella parte relativa al consenso per l’invio di materiale pubblicitario. Spesso gli stessi siti sembrano profilare le abitudini di consumo e inviare offerte commerciali. Anche se, a dir la verità, a me di tagliarba e scarpe da donna, proprio non interessa. Passi per le offerte culinarie ed i libri, ma per il resto…
Ebbene, dopo aver inviato qualche centinaio di candidature, uno si ritrova iscritto ad una ventina di siti per la ricerca di lavoro. Tutti inviano – come richiesto – gli alert giornalieri sulle posizioni aperte. Da tutti arriva l’annessa (e connessa) spam.
Nella mia indagine ho considerato il periodo che va da martedì 29 marzo a lunedì 18 aprile (21 giorni) ed ho monitorato le spam ricevute nell’arco della giornata prendendo come riferimento 6 orari di rilevazione: ore 10.00, ore 13.00, ore 16.00, ore 18.00, ore 20.00, ore 22.00. Il risultato del monitoraggio è stato quello illustrato nel Grafico 1: Andamento giornaliero del periodo di riferimento. In sostanza, si può evincere da questa rilevazione che siamo letteralmente bombardati di spam soprattutto al mattino, mentre nel pomeriggio il numero dei messaggi di posta elettronica cala sensibilmente per attestarsi quasi a zero pressoché in tutti i giorni della settimana sul far della sera. Risultato ovvio, certamente, anche perché la spam viene inviata per “colpire” soprattutto nelle ore in cui la persona controlla la mail più che nel resto della giornata, ossia in corrispondenza con l’orario di lavoro. Che (a parte che per coloro che lo cercano!) coincide soprattutto con la mattinata.
Se riceviamo la gran parte della spam entro l’ora di pranzo (entro le 13.00 arriva sulla nostra casella di posta elettronica un numero superiore al totale delle spam ricevute nel resto della giornata), va tenuto poi conto che siamo oggetto di spamming soprattutto nei giorni centrali della settimana. E anche questo è naturale, visto che la pubblicità indesiderata ci raggiunge soprattutto quando controlliamo più frequentamente la mail, ossia nei giorni di lavoro. Come è evidente dal Grafico 2: Andamento generale del periodo di riferimento, il sabato e la domenica riceviamo sensibilmente meno spam. Le “montagne russe” delle spam del periodo che ho analizzato, infatti, corrono in picchiata sotto la linea rossa di media soprattutto nel fine settimana. Il momento migliore, dunque, per effettuare candidature di lavoro via web in santa pace!
Nel secondo grafico qui riportato è evidenziata anche la media giornaliera delle spam. Che, dopo l’iscrizione ai portali web di offerte di lavoro, tocca la cifra di 31,95 spam al giorno. Siamo passati, dunque, da 7-8 spam quotidiane massime a 46. E da un minimo di 5-6 ad un minimo di 15 alla domenica. I giorni peggiori sono martedì, mercoledì e giovedì. Ma anche al lunedì, dopo la tregua domenicale, la spam si fa sentire pesantemente.
Ritengo utile, per completezza, riportare anche la tabella con il dettaglio del monitoraggio effettuato nel periodo di riferimento.
In conclusione, come dal titolo di questo pezzo, a chi cerca lavoro on-line tocca spesso soltanto tanta spam. E la cosa peggiore è che, spesso, i vari siti di offerte di lavoro sembrano essere l’ultima speranza. Quante volte, qualcuno come me, si sarà presentato alla porta di un’agenzia del lavor e si sarà sentito rispondere: “Effettui la candidatura on-line”. Lasciate ogni speranza, voi ch’intrate…