In ricordo di Attilio Vallecchi – tipografo editore a 70 anni dalla morte

Firenze – Il 18 febbraio del 1946 moriva Attilio Vallecchi logorato dalle dolorosissime prove degli ultimi anni, la deportazione dei figli per mano tedesca e il bombardamento degli stabilimenti in Viale dei Mille, lo ricordiamo oggi nell’anniversario dei settanta anni, come uno dei più grandi personaggi nella storia dell’editoria italiana che si adoperò per tutto il corso della sua esistenza e senza riserve in una attività che ancora oggi porta il suo nome. Come scrive Giampiero Mughini nel suo saggio introduttivo a L’invenzione del ‘900 “ Morì nel 1946, a guerra appena finita, quando aveva soltanto 66 anni. Il medico stilò un certificato di morte in cui era scritto che il suo cuore s’era infranto: per un attimo da medico s’era mutato in letterato, in un letterato degno del catalogo Vallecchi. Sui muri di Firenze apparve un annuncio funebre in cui era scritto che “l’operaio” tipografo Attilio Vallecchi “aveva compiuto il suo dovere di vivere””. Con Attilio Vallecchi sparisce la figura di un editore ormai rintracciabile solo in qualche pagina di una datata pubblicazione, un editore amico dallo sguardo paterno e che conosce tutti i segreti delle rotative, perché è lì, nella tipografia che si è formato il suo destino.

Libri che innalzano lo spirito e che mettono in atto una vera e propria rivoluzione culturale di cui si farà portavoce, libri belli esteticamente, “Una bella copertina, un bel carattere, una pagina equilibrata e armoniosa – scriverà – hanno la loro funzione educativa; ché il libro non è completamente bello se non lo è dentro e fuori”.Innovatore anche nei formati e nelle collane. Nel 1931, alla ricerca di nuovi lettori , inizierà la pubblicazione della “Biblioteca Vallecchi” una delle prime collane economiche a tre lire con il primo  titolo ” I martiri della libertà italiana” di Atto Vannucci, e che fino agli anni Cinquanta porterà nelle case italiane opere di letteratura italiana e straniera e biografie, da Stendhal a Dickens e Dostojewski, contribuendo così  alla diffusione della cultura, in una veste curata ed elegante con rilegatura in cartone e sopracoperta a colori.

Sarà lui stesso, nel 1934, a narrare la sua storia di tipografo – editore nel libro di memorie “Ricordi e idee di un editore vivente”, un racconto in prima persona, struggente e appassionante come sanno esserlo le storie di vita vissuta, nello sfondo una Firenze a cavallo tra Otto e Novecento, da apprendista senza paga in Via dell’Anguillara a proprietario di una tipografia in Via Pietrapiana, poi il salto al n. 25 in Via Nazionale, è qui che vedranno la luce i primi numeri di Lacerba, poi lo stabilimento in Via Ricasoli dove si stampava il quotidiano  “La Nazione” e infine nel 1927 l’inaugurazione del grande impianto tipografico in Viale di Mille con centinaia di dipendenti. Nella sua rivista “L’Italia che scrive” tiene una rubrica “Confidenze degli editori” dove presenterà al sua casa editrice “ …da Firenze, centro editoriale di prim’ordine e di gloriose tradizioni proseguirò a dar vita a un’azienda che dovrà essere, in breve tempo, una delle prime d’Italia. Al vecchio gruppo di scrittori che fanno parte della mia Casa editrice se ne aggiungono altri che hanno già dato prove del loro ingegno. Così oltre a tutte le opere di Papini, Soffici, Cicognani, Campana ne avrò altre di A. Baldini, di G. Bellonci, di V. Cardarelli, di G. Carrà, E. Cecchi, G. Linati, A. Palazzeschi, P.Pancrazi, F. Paolieri, E. Pea, E. Pizzetti, A. Savinio, E. Thovez, G. Ungaretti e di moltissimi altri… Non soltanto continuerò del mio meglio le nobili tradizioni di signorile originalità della Libreria ma non trascurerò nulla perché tutte le man infestazioni dello spirito siano rappresentate degnamente in questa casa che nel mio intendimento è destinata ad essere una delle forze più ardite ed uno dei centri più vivi della nuova Italia”. Questo era solo l’inizio. La storia della casa editrice Vallecchi negli anni di Attilio Vallecchi coincide con la storia della cultura e della società italiane nella prima metà del secolo scorso, l’evoluzione della produzione letteraria italiana, la nuova organizzazione scolastica e la militanza degli intellettuali, lo sviluppo e la crisi dell’industria editoriale sono tutti momenti che scandiscono la grande avventura dell’editore fiorentino destinata a segnare  la storia dell’editoria italiana ed europea.

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