Governance case popolari, Ceccarelli: “Abbiamo troppe aziende che gestiscono gli alloggi in Toscana”

Firenze – Nel corso del 2014 il mercato della casa in Toscana ha ripreso vigore. La crescita del 5,9% delle compravendite (+3,6% della media nazionale) ha infatti interrotto il trend al ribasso degli anni precedenti, grazie a un calo del 4,5% del prezzo delle abitazioni nelle aree centrali e di oltre il 7% in quelle periferiche, oltre che alle migliori condizioni di accesso al credito, che hanno visto il tasso d’interesse medio assestarsi al 3,5% rispetto al 4,05% del 2013.

È calato anche il canone d’affitto medio (fino al 6,8%) così come anche il dato delle richieste di sfratto (-18,7%), cosa ben diversa dai provvedimenti (+2,3%) e, soprattutto, dalle esecuzioni, che hanno toccato, nel 2014, il +15,5%: complessivamente, il 3% delle popolazione toscana in affitto ne è stata toccata. Causa primaria, con il 95,4% dei casi, è la morosità incolpevole, che cresce dunque a ritmi vertiginosi. Ma non è, questo, che uno dei tasti più dolenti.

I numeri dell’edilizia pubblica, già resi noti nel corso del mese di gennaio, si assestano infatti nell’area più in ombra del quadro abitativo. In Toscana le famiglie che risiedono in alloggi Erp sono oltre 47.600, per un totale di 115.708 persone(18,3% del totale delle famiglie che vivono in affitto), mentre sono più di 29mila le domande pendenti di assegnazione (ci cui oltre l’80% ammesse). Eppure gli alloggi Erp ad oggi sfitti sono 1623, il 3,3% del totale.

I motivi? Per 365 immobili sono in corso interventi di manutenzione, mentre i lavori per altri 170 sono stati finanziati ma non ancora iniziati. Ferme al palo, poi, sono le 470 in attesa delle risorse necessarie. Disponibili e in attesa di assegnazione, sono infine 295 alloggi (18,2%). Per quanto attiene ai canoni di locazione, 6 famiglie su 10 (pari al 60,5%) rientrano nel “canone protetto”, i nuclei familiari che versano il “canone sociale” sono poco più di 16mila (34,1%), mentre a soltanto il 2,3% è applicato il canone massimo.

È quanto emerge dal IV Rapporto sulla condizione abitativa in Toscana, redatto dall’Osservatorio Sociale Regionale sui dati relativi al 2014 e presentato oggi, 12 febbraio, in occasione della II Conferenza regionale sulla Condizione Abitativa. Occasione di confronto tra Regione (presenti gli assessori Saccardi e Ceccarelli), Anci, Casa SpA e sindacati degli inquilini (Sunia), la conferenza ha dato i numeri e restituito programmi per il futuro. La Regione, nel quadro delle politiche di sostegno alle locazioni (“Fondo sociale per l’affitto”) ha assegnato – nel corso del 2014 – oltre 20 milioni di euro, di cui 6.254.000 provenienti dal Fondo nazionale, circa 8 di risorse regionali e 6 di competenza nazionale.

Per contrastare il problema sfratti, si è fatto ricorso a due strumenti, il “Fondo nazionale per la morosità incolpevole” e il “Fondo Sfratti”, entrambi finalizzati ad evitare l’esecuzione degli sfratti per morosità di famiglie in difficoltà economica (leggi “perdita del lavoro”).

Impegni oggi rilanciati. Ceccarelli: “Bene la ripresa delle compravendite, dato che è però controbilanciato dall’aumento degli sfratti. La Regione sta intervenendo con delle risorse per completare i 1300 alloggi in fase di costruzione e con un contributo affitti, oltre che con il sostegno al fondo sfratti. Quest’anno siamo ancora impegnati su questi due fronti. Diamo una mano anche ai giovani con un contributo affitti. La Toscana sta meglio di altre regioni, ma non ci si deve accontentare. Occorre continuare a collaborare con i Lode e con i Comuni, con un confronto stretto con le associazioni e i sindacati degli inquilini per poter sostenere la ricerca di una casa”.

I sindacati hanno rilanciato con le richieste di sblocco dei fondi e battuto nuovamente il ferro di una revisione della normativa regionale 41/2015. “Chiediamo alla Regione – ha detto Simone Porzio (Sunia) – di liberare le ingenti risorse che giacciono all’interno del bilancio regionale, imbrigliate nei patti di stabilità, e destinarle immediatamente all’emergenza abitativa, che non aspetta i tempi lunghi delle burocrazie contabili. In prospettiva, chiediamo di prevedere un finanziamento costante stabile per la costruzione di nuovi alloggi popolari in modo che in futuro vi sia una risposta stabile a questa emergenza, che non accenna a diminuire. Quanto alla riforma, a pochi mesi dalla sua entrata in vigore registriamo numerose incongruenze. Per questo chiediamo di rivedere alcune norme, come quelle attinenti ai criteri di accesso alla graduatoria e i punteggi, che privilegiano uno stato di difficoltà socio-sanitario a scapito di un disagio abitativo”.

Una richiesta accolta da Ceccarelli, che ha anche accennato a una revisione della gestione congiunta degli alloggi. “Siamo favorevoli alla creazione di un testo unico che vada a rendere le leggi di settore applicabili e efficaci e che diano agli amministratori locali strumenti e possibilità di intervento più flessibili e veloci. Prenderemo in considerazione anche una riforma della governance. Secondo me – ha concluso Ceccarelli – abbiamo troppe aziende che gestiscono gli alloggi in Toscana. Una razionalizzazione può portare anche a una maggiore efficienza”.

Cauto, a riguardo, Luca Talluri, (presidente Casa SpA e presidente nazionale di Federcasa): “Il sistema attuale, con la gestione congiunta di 11 aziende, sta in piedi. Se la Regione ritiene che si debba passare a un numero diverso, deciderà. L’importante è arrivarci in maniera corretta; c’è una storia di 15 anni con contratti di servizio tra le aziende e i Lode, è evidente che non si può passare dall’oggi al domani a una fusione, come si è fatto per le Asl. Se lo vogliamo fare, facciamolo, ma facciamolo bene, altrimenti è solo un’operazione per Facebook”.

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