Pistoia – Anna Rita Leonardi viene definita da alcune testate come ” fenomeno mediatico”, più che fenomeno mediatico possiamo dire sicuramente incarni ciò che tutte le donne vorrebbero esedre: forza, determinazione, semplicità e umiltà. Doti non comuni come la passione che mette nel politica da sempre. Dirigente del Partito democratico, riferimento del territorio calabro, Anna Rita, di soli 30 anni, vuole dare dignità al proprio territorio, il Sud.
Stamp le ha rivolto alcune domande, proprio in virtù della sua decisione di candidarsi a Sindaco di Platì, una città che fa parte della Regione Calabria. Un Comune dove non si sono svolte le elezioni per protesta contro i ripetuti scioglimenti per mafia. Un luogo che credo, prima della ultima Leopolda, pochi di noi conoscevano. Neppure Matteo Renzi.
È proprio il Segretario del PD, infatti, che sul palco della kermesse fiorentina lancia la candidatura di Anna Rita Leonardi, come colei che incarna il volto pulito della politica, per permettere a Platì di venir conosciuta non solo per la criminalità. Come tutti coloro i quali si mettono in luce anche lei non è stata esente da critiche ed illazioni come ad esempio di voler ” usare” il titolo di paladina della legalità per carrierismo personale e per arrivare ai vertici del partito.
Ma, sappiamo bene, quanto conta più la critica e la dietrologia che il bene di un’azione come questa candidatura che vede unicamente la necessità di ridare dignità ad un comune di tremila abitanti dell’Aspromonte, conosciuto per lo più come fortino di cosche potenti, paese di emigranti e di tante contraddizioni. “Non importa inserirla nel programma elettorale perché sarebbe come ratificare qualcosa che ha una sua legittimazione. Basta agire – come dice Anna Rita – puntando su sempre più cultura , socialità e lavoro. Perché ” certe” dinamiche attecchiscono laddove c’è miseria e isolamento. Basta parlare di questo, io voglio che la legalità sia diffusa ovunque, non solo al Sud, e voglio che Platì sia conosciuta sopratutto per altro!”
E veniamo al tema a lei caro, appunto, parliamo del Sud
” Il Sud è una terra magnifica, ricca di storia e tradizione. Posso dire con orgoglio di avere avuto modo, durante i miei 30 anni, di conoscerlo bene. Un po’ per “nascita” (mia madre è calabrese ma mio padre è per metà siculo e per metà pugliese) un po’ per motivi personali e lavorativi (grazie ai quali ho potuto conoscere bene la Basilicata e, soprattutto, la mia città adottiva, Napoli, e tutta la Campania). Fare politica al Sud non è semplice, in Calabria meno che mai. Da una parte devi combattere contro un sistema che, negli anni, ha visto mischiarsi politica e malaffare (un sistema non solo meridionale, ovviamente) e che ha allontanato i cittadini dalla politica; dall’altro devi lottare per non farti schiacciare da chi non vuole il rinnovamento della classe politica, da chi vuole mantenere il potere a tutti i costi, da chi crede di poter fermare il cambiamento, anche con metodi poco ortodossi.”
Come nasce l’idea della tua candidatura?
“La mia candidatura a sindaco di Platì nasce 9 mesi fa, ed è iniziata prima come percorso politico e dopo come vera campagna elettorale. Perchè a Platì la politica manca da decenni, (lo dimostra il fatto che è un paese in cui manca tutto, dall’acqua nelle case ad una piazza, ad un centro culturale, ecc ) e non si poteva pensare di parlare di elezioni se prima non si iniziava a dialogare con la gente, ad ascoltarla, a coinvolgerla in un percorso che li vedeva protagonisti della loro rinascita. Per questo i primi mesi ho iniziato a conoscere il paese, cercando di capire criticità e punti di forza, assieme ai tanti cittadini che, non con poca fatica, hanno ricominciato a credere di poter avere un futuro. Ho inaugurato un comitato, abbiamo scritto i primi 5 punti del programma elettorale, abbiamo intrapreso un percorso di costruzione della lista elettorale serio e preciso. Il mio obiettivo è quello di dare ai cittadini di Platì un’amministrazione onesta, trasparente e competente, che abbia ben chiaro che l’unico compito da portare a termine è quello di far rinascere il paese, dando servizi ai cittadini, opportunità lavorative nel totale rispetto della legalità e consentendo a tutti di essere cittadini, con diritti e doveri, come quelli di ogni altra parte d’Italia.”
Di recente sono stati alla ribalta, suscitando contrapposte opinioni, i fatti di Colonia, che ne pensi, da donna e da politica ?
” I fatti di Colonia hanno profondamente turbato tutti noi. Il rispetto per le donne non è sindacabile né negoziabile, e non esistono alibi né culturali, né ideologici né religiosi. Questo principio vale sia quando si parla di rispetto per le donne che quando ci si riferisce ai diritti umani. Ritengo però che non si debba mai generalizzare, demonizzando un popolo. Non è pensabile che parte della politica xenofoba utilizzi, sempre e comunque, delle vicende drammatiche per tentare la propria scalata al voto. Mi spiego. La violenza sulle donne è, purtroppo, frequente ovunque, basti pensare al terribile numero di femminicidi in Italia e nei Paesi occidentali.Segno che queste atrocità sono figlie di una cultura della sopraffazione, del possesso e del dominio che l’uomo ha, troppo spesso, nei confronti della donna.”
A tuo avviso quanto ancora c’è da fare per questa tematica nel nostro Paese ?
“In Italia, negli anni, abbiamo fatto molto in termini di politiche genere ed evoluzione culturale. Molto si, ma non abbastanza. Siamo ancora a discutere di percentuali di donne nelle istituzioni, di salari inferiori rispetto ai lavoratori uomini, di una società che alle donne si approccia sempre alla stessa maniera. Anche in politica. Ancora oggi, quando una donna dimostra bravura, tenacia e coraggio, si tenta di distruggerla e mortificarla con insulti sessisti e volgari, insulti che ad un uomo non verrebbero rivolti. Detto ciò ritengo che, nella società in cui ci troviamo, il concetto di femminismo debba essere rivisto. O meglio, ampliato. Sono stanca di vedere organizzati convegni in cui si parla del “ruolo della donna”; ho 30 anni, ne avrò visti a decine, tutti vuoti e privi di un reale intento, utili solo a riempire qualche sala e qualche orgoglio personale. Le nuove generazioni hanno bisogno di esempi di donne forti, decise, pronte a mettersi in gioco e ad assumersi responsabilità serie. Donne che non chiedono “il permesso” per fare qualcosa in cui credono, ma che lo fanno e basta. Donne che riescono a raggiungere il successo per le loro capacità, non perché protette da una o più “quote”. Solo così potremmo avere una reale evoluzione culturale.”
Expo ha segnato lo spartiacque, sopratutto per l’Italia, per iniziare davvero a dare valore a ciò che più di tutto noi abbiamo, il territorio. Quindi valorizzazione a livello turistico e ambientale come risorsa?
” Turismo, ambiente e valorizzazione territori come patrimonio italiano ed opportunità lavoro per il sud, certo. Da buona meridionale ho sempre ritenuto il turismo un elemento fondamentale per la crescita, soprattutto economica, della nostra terra. Il nostro Paese tutto, ed il Sud in particolare, da una seria politica di valorizzazione dei territori e delle loro tipicità può trarne un enorme beneficio. Il governo Renzi ha puntato molto su questo, facendo della cultura uno dei pilastri di ogni azione politica, proprio per incentivare sia il turismo esterno (visitatori stranieri) che quello interno (degli italiani che ri-scoprono l’Italia). Basta vedere gli impegni mantenuti con Pompei, l’attenzione per gli investimenti culturali rivolti soprattutto alle nuove generazioni e quella per le bellezze culturali italiane. Dal mio punto di vista, anche nell’amministrazione dei piccoli comuni bisogna importare questo percorso.
Da sindaco di Platì, ho intenzione di occuparmi delle tipicità del paese, da quelle gastronomiche a quelle artigianali, e voglio realizzare centri culturali occupandomi anche della valorizzazione del verde e del bellissimo paesaggio circostante. Ovviamente un serio percorso politico ed amministrativo deve legare ogni passo a quello precedente. Senza una seria politica di tutela e valorizzazione ambientale non può esistere un percorso culturale concreto, né uno lavorativo improntato sulla legalità e l’efficienza, e quindi nessuno sviluppo. Sembra strano, ma dalla raccolta differenziata alla costruzione di un campo da calcio, dall’istituzione di una scuola tessile alla lotta contro il dissesto idrogeologico passa il futuro di un paese come Platì, e quindi di un pezzo importante d’Italia.Un percorso del genere avrebbe ricadute positive per il Paese sia in termini ambientali che occupazionali e culturali, e servirebbe a combattere contro la criminalità organizzata. Ed è ciò che serve, dappertutto.”
L’ultimo Presidente del Consiglio a recarsi in Aspromonte fu De Gasperi, anno 1951, in occasione di una terribile alluvione che distrusse interi agglomerati urbani, chissà se anche l’attuale Presidente si recherà a Platì, a supporto di Anna Rita Leonardi.
” Sono certa che verrà, me lo ha promesso!”