Firenze – Si torna a parlare di moda all’Università di Firenze e se ne parla proprio al Design Campus di Calenzano dove troviamo il Corso di laurea magistrale in Fashion System Design e un indirizzo in moda nella triennale di Disegno Industriale che lo precede.
Hicham Ben ‘Mbarek, più noto a tutti come l’anima creativa del marchio Benheart (in arabo “figlio del cuore”), si racconta agli studenti dei Corsi di Moda dell’Università di Firenze tenuti dalla prof. Elisabetta Benelli, vice presidente della laurea magistrale in Fashion System Design.
Lei stessa ha voluto chiamare questo intervento “Emozioni sulla pelle” proprio perché si parla di un brand che fonda il suo successo sulla lavorazione artigianale di pellami pregiati ma, soprattutto, perché è una storia che emoziona e che deve essere di esempio e di stimolo per coloro che la ascoltano. È una storia, quella di Ben, che coinvolge ed entusiasma gli studenti, presenti numerosi al Design Campus di Calenzano, affascinati dal suo percorso personale e professionale ma soprattutto dalla sua determinazione che lo ha portato oggi a realizzare il sogno di creare un marchio disegnato interamente da lui.
In tempo reale i pc, nell’aula, si collegano al suo sito e ai vari social quasi a voler verificare che quel racconto è una storia vera…che proprio Anna Fendi, icona della moda italiana, ha fatto da madrina alla sua sfilata per Pitti Immagine, che quell’abbraccio con l’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama c’è stato, così come quello con importanti protagonisti del cinema, dello spettacolo o dello sport per i quali Ben ha realizzato capi unici. E così mentre lui parla, l’entusiasmo cresce, l’emozione, anche.
Da via al Prato a via dei Cimatori…(“ribattezzata Cimiteri perché lì i turisti non si soffermano e se non avessi un commesso bravissimo difficilmente riuscirei a vendere” dice Ben) alla bella via della Vigna che attraversa il centro storico della città, Ben è passato ad aprire negozi in tutta Italia e all’estero…in Kuwait, all’interno della meravigliosa Al-Tijaria Tower, in Giappone, negli Stati Uniti, in Cina… ma il suo animo rimane a Firenze dove, con il suo migliore amico nonché socio Matteo Masini, lavora a stretto contatto con “i suoi artigiani” che, con le loro mani esperte e insuperabili, portano il valore del made in Italy da Scandicci in tutto il mondo.
A conclusione dell’incontro, Ben invita i ragazzi, coordinati da docenti e assistenti, a disegnare una mini collezione di capi in pelle capaci di interpretare il suo stile e, sulla scia di un reciproco entusiasmo, dice che tre progetti verranno scelti e realizzati…”non i più belli, ma quelli che hanno saputo cogliere ed esprimere l’anima del brand”. I progetti, che riporteranno il nome di coloro che li hanno concepiti, verranno inseriti in collezione e parte del ricavato verrà utilizzato per l’acquisto di attrezzature utili al lavoro degli studenti.
Questo racconto vuole, ancora una volta, incentivare il dialogo, l’interazione e la collaborazione tra l’Università e le aziende presenti sul territorio. Questa prospettiva deriva dalla convinzione che il ruolo dell’Università – specie nella nostra dimensione locale – vada oltre i compiti istituzionali primari (formazione superiore e ricerca scientifica), estendendosi alla collaborazione con la vita produttiva e sociale.
Foto: Hicham Ben ‘Mbarek