Santa Croce sull’Arno – Quest’anno la Festa dell’Amaretto compie un quarto di secolo. E come da tradizione l’8 dicembre chiama a raccolta gli Amarettai (cinque) che si sfideranno in nome dell’Amaretto d’Oro. L’iniziativa, con il patrocinio ed il sostegno dell’amministrazione comunale di Santa Croce sull’Arno è realizzata dal Centro Commerciale Naturale e dalla Pro Loco.
L’appuntamento è dalle 10 alle 22 nel ritrovato Museo della Conceria, la suggestiva location di via di Pelle. Durante la giornata si potranno assaggiare ed acquistare gli Amaretti dei cinque artigiani (i forni Freschi e Fornaretto, il bar Giannini, le pasticcerie Loriana Betti e Vacchetta) che in paese portano ancora avanti la tradizione iniziata tanti anni fa nel Monastero di Santa Cristiana e sarà anche possibile fare shopping visitando gli stand allestiti dai commercianti di Santa Croce sull’Arno all’interno del museo; nel piazzale antistante, inoltre, un mercatino di Natale offrirà spunti per i vostri regali, mentre al primo piano del Museo faranno altrettanto le associazioni di volontariato. Alle 13 Slow Food sarà protagonista del cooking show con degustazione di un creativo tortello ripieno di amaretto. Dopodiché alle 16.30 del pomeriggio, la gioielleria Baroni (ideatrice del premio Amaretto d’Oro che la tradizione vuole restare esposto per tutto l’anno fra le mura del vincitore) consegnerà il trofeo dopo la lettura del verdetto della giuria, che assegnerà anche l’Amaretto d’Antan, concorso riservato alla popolazione che proporrà le ricette tradizionali e/o tramandate in famiglia.
Per i bambini saranno allestiti laboratori a cura del Ciaf Maricò e alle 17.00 “Storie appese ad un filo” letture animate a cura della Biblioteca Comunale “Adrio Puccini”.
Dalle 19:00 alle 21:00 Apericena itinerante presso gli Stand degli Amarettai.
Tra le novità della Festa: l’aperitivo al Museo
È una delle novità di quest’anno. Si tratta di un aperitivo itinerante organizzato dai cinque Amarettai santacrocesi. Ciascuno di loro metterà a disposizione una specialità, da bere o da mangiare, in cui uno dei protagonisti sarà proprio il dolcetto di Santa Croce sull’Arno.
L’Amaretto e la sua storia
Da venticinque edizioni la Festa dell’Amaretto si tiene l’8 dicembre, nel giorno dell’Immacolata Concezione. Data storica perché fu proprio in quel giorno che Santa Cristiana, in pellegrinaggio ad Assisi, sette secoli prima di Lourdes e Fatima, ebbe in visione la Vergine Maria. Tutta la storia di questo dolcetto ruota infatti attorno al Monastero di Santa Cristiana, dove nasce la stessa ricetta. Luogo sacro a cui i Santacrocesi sono particolarmente devoti. Era usanza, per le suore di clausura locali, di donare ai benefattori del luogo di culto il dolcetto a base di mandorle, uova e zucchero. La ricetta viene fatta risalire alla fine dell’Ottocento, anche se la leggenda la vuole antecedente, data l’antichità del monastero le cui fondamenta furono gettate addirittura nel 1286, quando Oringa Cristiana Menabuoi fondò una piccola casa religiosa basata su regole agostiniane. Negli anni Cinquanta poi, la ricetta dell’Amaretto che era rimasta segretissima fino ad allora, venne regalata dalle suore alle proprietarie di un piccolo bar che si trovava di fronte a loro. Le due donne, fervide religiose, facevano da ponte fra la clausura e il mondo esterno, assolvendo anche ad importanti incombenze per la comunità. Fu quindi un segno di ringraziamento, come è sempre stata la missione di questo biscottino povero ma gustoso, per molti anni simbolo appunto di devozione e di gratitudine espresse nel periodo natalizio. Essendo diventato un prodotto della tradizione locale è possibile trovare tutto l’anno l’Amaretto in vendita nei panifici e nelle pasticcerie (in tutto cinque) che ancora portano avanti la sua storia in nome di Santa Cristiana.
Le specialità a base di Amaretti
Ciascun Amarettaio ha la propria ricetta. C’è chi aggiunge scorza di arancia e chi alle mandorle pelate ne unisce alcune con la buccia, chi monta le chiare a neve e chi usa solo i tuorli, chi fa coni (la forma tipica) più o meno pronunciati e chi dà la botta di calore per colorare un po’ di più la superficie. Insomma, non ne esiste uno uguale all’altro e i suoi cultori prediligono una mano all’altra seguendo il gusto personale. Ma ogni anno una giuria elegge il più bravo, che conserverà nel proprio negozio l’ambito trofeo realizzato dall’Oreficeria Baroni. Accanto ai classici sacchettini trasparenti contenenti i piccoli “dolcetti” (ottimi con un calice di champagne o un buon whisky), molti produttori ormai realizzano ricette alternative. Che siano crostate o dolci lievitati, sfoglie per la colazione ma anche piatti salati come una vellutata di zucca e gocce di amaretti, coniglio e prugne (a cui viene unita una pioggia di granella di amaretto), un risotto e un cocktail per l’ora dell’aperitivo. Insomma, gli Amarettai continuano a sperimentare nuovi piatti e tirano fuori nuove idee per consumare tutto l’anno il dolcetto di Santa Cristiana.