Usb, all’Ikea presidio contro i licenziamenti

Firenze – Codice etico, sistema di valori, insomma, tutto ciò che ha sempre reso l’Ikea una multinazionale “diversa”, e che fa parte del suo fascino di “marketing”, sembra, a sentire alcuni lavoratori dell’Usb, che domani scenderanno in presidio a Sesto Fiorentino, ormai tradito. Una mobilitazione, quella dei sindacati, nazionale contro i licenziamenti di alcuni lavoratori dei negozi di Milano e di Bari. Un’iniziativa che parte delle Rsu aziendali e che ha visto a Firenze spingere il piede sull’acceleratore proprio all’Usb.  “Sosteniamo i lavoratori di tutte le sedi, in concomitanza con la decisione degli operatori di Corsico (dove si è avverato il caso di un licenziamento)  che avevano già preso la decisione di fare un presidio e dare un segnale all’azienda”. Dunque, il senso anche dell’iniziativa fiorentina è quello di tutelare il principio fondamentale del lavoro: “Si tratta di un segnale importante che lanciamo alla multinazionale”, dicono dall’Usb.

“I licenziamenti sono solo la punta dell’iceberg – continuano dal sindacato di base – in quanto da circa 5 anni l’Ikea sta cambiando, e in peggio, le relazioni con i lavoratori. Ad esempio, anche a livello contrattuale, negli ultimi anni sono state attuate riduzioni nelle maggiorazioni domenicali e nei festivi, mentre il premio di “partecipazione” (vale a dire il vecchio premio di produttività, ndr)  è stato di fatto azzerato. Non solo: qualche mese i lavoratori sono anche assegnati a svariati reparti pur senza formazione specifica, come veri e propri jolly”.  Un peggioramento del clima e delle condizioni di lavoro che, denunciano dal sindacato, non dà segno di rallentare.

Eppure, la congiuntura attuale per la multinazionale svedese non sembra affatto complicata. “A fronte di questa “involuzione” – dicono dall’Usb fiorentino –  l’Ikea sta tuttavia aumentando i profitti e investendo in operazioni di restyling  importanti.  Ebbene, da questi maggiori profitti e investimenti, i lavoratori sono esclusi”.

Concludono dall’Usb: “Sintomatico di questo nuovo corso, è anche la difficoltà delle relazioni sindacali, molto peggiorate anch’esse. Si pensi che si è arrivati al licenziamento per la partecipazione di operai eletti nelle Rsu ai presidi, e, al momento in cui il giudice ha riconosciuto il comportamento antisindacale riconoscendo al lavoratore il diritto alla renintegra, per ora (caso dei negozi di Milano) la decisione della Corte è rimasta lettera morta”.

 

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