Festival dei Popoli: l’effetto domino del potere e delle sue scelte

Firenze – Il focus tematico del 58° Festival dei popoli (10-17 ottobre 2017) si intitola “Effetto domino, sogni e incubi del potere contemporaneo”  ed è dedicato a documentari che narrano il rapporti fra immagini e potere.

Attenzione, però. La riflessione proposta non  riguarda soltanto le tecniche della comunicazione politica come i quattro film dedicati alla figura di John Fitzgerald Kennedy che “permettono di riflettere sulla sua iconografia e sul suo rapporto con i media”.

Nel concetto elaborato dagli organizzatori di questa edizione  (il presidente Vittorio  Iervese e il direttore Alberto Lastrucci ) c’è qualcosa che va al cuore di un problema che ha da sempre riguardato il sistema dell’informazione in tutto il mondo.

In parole povere si sono perlopiù trattate le notizie solo quando arrivano alla fase acuta. Quando una situazione precipita in modo drammatico e pochissimi hanno una minima cognizione del perché tutto ciò sta accadendo. Che cosa ha preparato e provocato quel fatto drammatico.

L’episodio più recente è quello del referendum catalano per l’indipendenza. Chi non aveva seguito le lunghe e infruttuose trattative per l’autonomia fra Barcellona e Madrid e non conosceva le diverse posizioni dei partiti al governo è rimasto sbalordito di fronte alle cariche della polizia, all’invasione nei seggi, alla resistenza della gente, alla tensione degli ultimi giorni.

La “domenica nera” della Spagna è stata uno dei pezzi del domino che cade colpito dal precedente e che a sua volta farà cadere il successivo come illustra il logo dell’edizione 2017 del più importante festival fiorentino, quello dalla più lunga tradizione dal più forte impatto internazionale. Per potere prevedere quello che accadrà ed eventualmente correre ai ripari per bloccare una situazione gravida di conseguenze che mettono a rischio la pacifica convivenza di stati e persone è importante sapere cosa l’ha prodotta e perché non si è riusciti a evitarla.

Occorre dunque seguire i fenomeni, comprenderli prima che precipitino nel dolore e nella sofferenza, osservare “gli accumuli e definire la responsabilità che produce effetti”, guardare alla tessera che sta per innescare nuovi eventi e nuovi processi, “ripercorre gli stadi che anticipano gli epifenomeni”, come ha detto la vicepresidente della Regione Toscana Monica Barni.

Fra le proposte del Festival all’interno di questo focus tematico ci sono pellicole come Death in the Terminal  di Tali Shemesh e Asaf Sudri che ricostruisce minuto per minuto l’attentato dell’’8 ottobre 2015 alla stazione di pullman di Beersheba.  O come Meuthen’s Party Marc Eberhardt ), ritratto di Jörg Meuthen, professore di economia  capolista del partito della destra populista AfD (Alternative für Deutschland) che è entrato trionfalmente nel Parlamento tedesco.

C’è anche un film Beatles, Hippies and Hells Angels di Ben Lewis uno spaccato sugli anni d’oro dei Beatles e sulla loro Apple Corps, impresa passata alla storia come una delle più colorate, stravaganti e caotiche di sempre, un esperimento irripetibile di “capitalismo hippy”.

Pezzi del domino che continuano a cadere, uno dopo l’altro.

 

Foto: credit Tom Hanley

 

 

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