Incendi, economia in fumo se brucia la Toscana da cartolina

Piancastagnaio – La Toscana da cartolina, quella con i cipressetti in fila che accarezzano le curve delle colline, conta i danni: 570 ettari andati in fumo solo nel rogo che ha interessato il versante senese del Monte Amiata, con l’evacuazione di una casa di riposo e la minaccia di coinvolgere poderi ed abitati rurali. L’isola d’Elba ha vissuto momenti difficili e molte altre zone sono state avvolte dalle fiamme.
Il sindaco di Piancastagnaio, Luigi Vagaggini, ha trovato sostegno da parte della cittadinanza ed è pronto a compilare la lista dei danni assieme ai titolari delle aziende coinvolte dopo aver incontrato i cittadini ed attivato presso la Regione Toscana le pratiche che sanciscono lo stato di emergenza. Appuntamento venerdì 14 luglio alle 10 nella saletta comunale.

Una ennesima emergenza che viene studiata e trattata a posteriori? L’investimento sulla prevenzione è necessario, così come la dotazione di strumenti di monitoraggio e comunicazione adeguati agli standard che i cambiamenti climatici richiedono. Ma gli standard sono cambiati da quando la Toscana ha puntato tutto sulla tutela della propria immagine?

Nelle ultime ore gli incendi divampano in tutta Italia con il sud particolarmente in difficoltà. In aiuto del paesaggio toscano sono arrivati canadair ed elicotteri a supporto dei vigili del fuoco, del personale forestale e dei numerosi volontari tra i quali il personale de La Racchetta che, attivo sui canali Social, ha dato notizie in merito agli interventi corredate di foto che fanno molto male e non solo al cuore.
Il 9 luglio la Onlus avvisa “Attualmente stanno operando squadre di Racchetta Cetona e Sinalunga, Unione dei comuni Amiata, Vigili del fuoco Piancastagnaio e regionali. In rinforzo aereo Eli Arezzo, Eli Siena, Eli Grosseto, previsto per le ore 17.30 l’arrivo anche di canedair. Purtroppo dato il forte vento le squadre a terra non riescono a fermarlo” uno spiegamento di uomini e mezzi che durante l’anno vengono segnalati dai sindacati di riferimento come soggetti a numerose privazioni.

Il patrimonio toscano è una vetrina aperta 24 ore al giorno sul mondo; con alcuni dei brand ideati e promossi, soprattutto negli ultimi anni, la Regione ha puntato sul turismo e sull’accoglienza. Uno su tutti “Toscana Ovunque Bella” d’effetto, ma sicuramente impegnativo.
Il paesaggio dalle straordinarie suggestioni che consente alla Toscana di giocarsi le carte buone sul tavolo dell’internazionalizzazione viene tutelato attraverso i piani regionali e grande scalpore hanno le calamità atmosferiche che si trasformano in convegni sul dissesto idrogeologico e sul terremoto ed aree sismiche particolarmente sensibili, mentre il rischio incendi finisce per essere relegato ad un caso stagionale.
Quest’anno il divieto di abbruciamenti è stato anticipato proprio per prevenire il rischio che i rami in fiamme, sistemati ai bordi dei poderi, potessero interessare le vie di comunicazione ed aiutati dal vento espandersi ai terreni confinanti.

La siccità. La Toscana ha dichiarato lo stato di emergenza, mentre si contano i danni per allevatori ed agricoltori. A che punto sono le riserve idriche, quali i margini di sostentamento? Dalla regione che annovera storiche figure di riferimento nello studio dei fenomeni climatici c’è da attendersi una riflessione profonda che forse si manifesterà con approfondimenti ad hoc già a settembre.

Legambiente ha più volte puntato l’attenzione sul rischio incendi indicando come il recupero di un’area boschiva non sia un’opera gestibile dall’uomo ma un ricambio naturale che necessita di tempo per poter ripristinare lo stato iniziale dei luoghi e mai come questi si presentavano in precedenza. Una catastrofe che coinvolge fauna selvatica e morfologia del territorio, visto che le radici non trattengono più il suolo che con le piogge abbondanti rischia di franare, ma anche le tasche della comunità.

Molto spesso dove non arriva il buon senso arrivano gli interessi economici: perdere l’immagine del brand “Toscana”, quando quel brand è forse l’unico gancio che può trainare l’intera regione fuori dalla crisi, può essere un danno superiore all’emergenza.

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