Firenze – Il Movimento di Lotta per la Casa annuncia una nuova manifestazione e denuncia “Appena alla metà dell’anno in corso il servizio sociale ha esaurito le proprie disponibilità economiche senza riuscire ad arginare minimamente l’emergenza abitativa. Questo la dice lunga sul completo fallimento di una politica che negli ultimi anni ha deciso di sprecare fiumi di denaro pubblico per il sistema delle accoglienze nelle strutture: un sistema opaco in cui un posto letto arriva a costare alle casse pubbliche più dell’affitto a prezzo di mercato di un alloggio intero; un sistema che negli anni ha solo riprodotto all’infinito l’emergenza stessa, senza offrire alcuna soluzione abitativa stabile e reale ai propri ospiti a tempo determinato. E’ così che siamo arrivati al collasso di un sistema che in questi anni è servito solo a fare la fortuna delle cooperative a cui è stata affidata la gestione di queste strutture, mentre le famiglie vengono coattamente divise nelle strutture per poi esserne espulse dopo poche settimane“. L’appuntamento del presidio è in viale De Amicis 21.
A Palazzo Vecchio. “Al fine di contenere la spesa sociale e di ricondurla nell’ambito della disponibilità del bilancio […], si ritiene improcrastinabile il blocco temporaneo, e fino a nuove disposizioni, degli inserimenti di persone e nuclei familiari (in particolare proveniente da sfratti e sgomberi il cui bisogno manifesto è conducibile prevalentemente all’emergenza abitativa) in qualunque struttura di accoglienza temporanea. Si dispone con decorrenza immediata, l’interruzione di nuovi inserimenti, fatte salve, esclusivamente, le richieste riguardanti nuclei familiari con minori in stato di grave e pregiudizievole disagio sociale, previa valutazione da parte del dirigente…” questo il testo della circolare diramata il 12 giugno dalla Direzione dei Servizi Sociali, presentata in Consiglio Comunale durante l’interrogazione della consigliera Miriam Amato all’assessore Sara Funaro.
La detentrice della delega al Welfare spiega “Troppo facile strumentalizzare questioni delicate come l’emergenza abitativa attaccandosi solo ad una parte di una disposizione interna senza guardare la complessità del lavoro che stiamo portando avanti per differenziare e dare risposte adeguate alle famiglie a seconda delle problematiche. Se poi la consigliera Amato vuole legittimare le occupazioni abusive, come riportato nel suo comunicato stampa, i cittadini facciano le proprie valutazioni. Stiamo riorganizzando il sistema delle accoglienze, partendo da quelle di primo livello fino ad arrivare a quelle di secondo – ha spiegato Funaro -. In un momento di riorganizzazione del servizio in cui c’è una domanda forte, la Direzione Servizi sociali deve indicare un monitoraggio attento e adeguato a seconda delle problematiche e delle necessità delle persone. Dal momento in cui siamo rientrati in possesso degli elenchi degli sfratti abbiamo immediatamente riattivato il tavolo per l’emergenza abitativa – ha continuato l’assessore – in modo da poter analizzare per tempo le situazioni e poter, da una parte, erogare i contributi per la morosità incolpevole e, dall’altra fare, inserimenti nelle graduatorie per l’emergenza sfratti”.
Durante il dibattito in Aula Tommaso Grassi, capogruppo di Firenze riparte a sinistra ha sottolineato “Basta con gli sfratti e gli sgomberi, l’emergenza abitativa a Firenze ha raggiunto livelli preoccupanti. L’assessora Funaro sbrogli la matassa tra direzione patrimonio e servizi sociali. Se il problema è una riorganizzazione degli uffici si faccia ma senza lasciare in mezzo alla strada intere famiglie. Dove sono i tanto sbandierati alloggi volano? Quelli che a gennaio sono stati presentati come la panacea di tutti i mali? Non ne vediamo l’ombra” conclude Grassi.
Miriam Amato, consigliera di Alternativa Libera replica all’assessore: “L’interruzione di nuovi inserimenti è disposto in modo tassativo dalla direzione dei servizi sociali. L’amministrazione inizia ad ammettere di aver fallito le politiche di emergenza abitativa negli ultimi 10 anni – accusa Amato – in cui il grosso degli investimenti si è concentrato sull’accoglienza di primo livello, costosa e inadeguata, invece di provvedere a risolvere in modo definitivo il problema abitativo con gli alloggi erp. L’accoglienza di primo livello consiste in strutture – prosegue la consigliera – in cui i nuclei familiari vengono separati e che per organizzazione e caratteristiche nascono per affrontare problemi psico- socio-sanitari complessi, con la presenza di personale 24 H e forti limitazioni della libertà per gli ospiti.
L’accoglienza di secondo livello è ancora un’incognita – sottolinea Amato – si parla di un progetto per 350 posti, che nella realtà dovrebbero essere circa 150 alloggi, mentre gli sfratti continuano a superare la cifra di 100 al mese: una risposta insufficiente. Aumenta la richiesta degli alloggi ERP e abbiamo 2100 persone circa in lista: il bando erp del 2016 è stato pubblicato con più di due anni di ritardo rispetto al 2014, in cui era previsto, ed il precedente bando del 2012 ha garantito l’assegnazione a solo il 3% degli aventi diritto. Ad oggi abbiamo 2198 persone in graduatoria” conclude Amato.