Firenze – Striscioni, cori, slogan, fumogeni, trombe da stadio, cellulari delle forze dell’ordine, macchine dei carabinieri di traverso a deviare il traffico in viale Manfredo Fanti, dove davanti al bar Marisa, verso le 19, si sono radunate centinaia di tifosi, quasi 500, della curva Fiesole, Gruppo 1926, per protestare contro la dirigenza della Fiorentina. A nulla è valsa la sortita del vicepresidente Gino Salica, uno dei fondatori della società dei Della Valle, che ha provato un confronto con i tifosi.
Niente da fare, tra urla, battute più o meno spiritose sul suo ruolo nel club, non c’è stato dialogo. Invano salica chiedeva tempo, invano assicurava che la Fiorentina era al lavoro con passione per garantire una squadra competitiva, invano si lamentava dell’eccessiva animosità della piazza viola.
Ben presto, mentre la folla ingrossava e gli animi si scaldavano, Salica abbandonava il confronto. E i cori – dal Della Valle vattene al meritiamo di più – salivano di intensità e volume, i fumogeni viola riempivano l’aria mentre i bandieroni da curva si scatenavano. Da poco passate le 20 un folto gruppo di tifosi si staccava dal concentramento e si avviava al Ponte Rosso per incontrare Borja Valero, uno degli illustri partenti in aperto contrasto con la Fiorentina. Ad aspettarli gli striscioni sul comportamento della società sfidata apertamente a querelare anche loro, quei ragazzi della curva