Empoli – Empoli saluta Don Renzo Fanfani. Un’intera comunità unita per salutare un prete che ha lasciato un segno indelebile in questa città. La Collegiata di Sant’Andrea ha ospitato oggi, mercoledì 31 maggio, i funerali del sacerdote che si è spento a 82 anni. Amici, conoscenti, persone con cui Don Renzo ha trascorso un periodo di vita o vissute una delle mille esperienza che hanno caratterizzato la sua esistenza. Tutti riuniti per l’estremo saluto.
Presenti numerose istituzioni: il sindaco di Empoli Brenda Barnini e tutta la giunta comunale, l’assessore regionale Vittorio Bugli, i sindaci di Capraia e Limite, Cerreto Guidi e Vinci Alessandro Giunti, Simona Rossetti e Giuseppe Torchia, per Montelupo l’assessore Andrea Salvadori. Presenti anche i gonfaloni della Città di Empoli, della Misericordia di Empoli, lo Spi Cgil, l’associazione Nazionale Granatieri di Sardegna e quella di San Miniato (Don Renzo era stato tenente nei granatieri).
Ha officiato la cerimonia funebre Don Andrea Bellandi, Vicario Generale della Diocesi di Firenze, con lui numerosi parroci di Empoli e di Firenze e il proposto empolese Don Guido Engels. Al termine della cerimonia toccanti i ricordi di Monsignor Dante Carolla, parroco anche a Sovigliana, e compagno in seminario di Don Renzo; ha parlato anche Don Giacomo Stinghi, sacerdote di Firenze. Interventi finali anche degli ex sindaci Varis Rossi e Vittorio Bugli. Ha parlato anche Brenda Barnini, toccante il ricordo di Don Renzo Fanfani a cui aveva consegnato tre anni fa il Sant’Andrea d’Oro, maggior onorificenza cittadina.
«Questa è una delle poche occasioni dove ci troviamo tutti insieme, senza differenze e senza distinzioni. Tanti i sentimenti che in questo momento ci legano. Il primo è il dolore e il dispiacere per aver perso una figura cara e importantissima. Un punto di riferimento. Il dispiacere di chi ha passato tanto tempo accanto a Renzo e che oggi è qui ad ascoltarci con un dolore forse ancora più grande. Il dispiacere per il vuoto che rimane. Ma dal dispiacere nasce la gratitudine per aver potuto conoscere un uomo come Renzo. La gratitudine per averlo avuto nella nostra comunità come persona attiva: presente nei luoghi della vita e in quelli dove era meno piacevole vivere. Gratitudine per aver portato tanti di noi ad avvicinarsi a sentimenti, a luoghi, a pensieri forse non così vicini. Gratitudine per aver saputo unire molti valori tra loto lontani che presi per mano sanno raggiungere obiettivi importanti In questi giorni si sono susseguiti carrellate di ricordi e di racconti di esperienza, ognuno lo ha fatto per come aveva conosciuto Don Renzo. Un modo, per tutti noi, di lasciare qualcosa agli altri di Renzo. E allora l’ultimo sentimento che dobbiamo sentire è quello della responsabilità.