Ceccarelli risponde ai sindacati: “Casa popolare non per la vita”

Firenze – Ha sentito necessario mettere in chiaro alcuni principi, l’assessore regionale alle politiche abitative Vincenzo Ceccarelli, dopo che ieri i sindacati hanno lanciato alcune proposte tese a contrapporsi all’inasprimento dell’emergenza casa anche sul territorio regionale.

Ma prima ancora di commentare le proposte (ricordiamo, “tassa di scopo” sulle rendite immobiliari compresi gli Airbnb e “quota dedicata” sul bollo delle auto, il tutto in favore dell’edilizia residenziale popolare e dei contributi affitto) l’assessore vuole fare chiarezza su alcuni principi. Che, sia detto per inciso, sono quelli che dovrebbero informare di sé il nuovo Testo Unico in preparazione negli uffici regionali. E che, secondo l’assessore, “dovrebbero essere comuni a sindacati e amministrazione”, anche in considerazione del fatto che, in questi mesi, di incontri e di scambi ce ne sono stati parecchi.

Al primo punto, intanto, l’assessore Ceccarelli pone la questione che, allo stato attuale, le posizioni che sono state avanzate dai sindacati inquilini sono state rese note senza  “il testo su cui farle”. In altre parole, si prende posizione prima di conoscere il testo che, d’altro canto, sembra di capire sia ancora in fase di elaborazione da parte degli uffici. Insomma, ad ora, almeno tecnicamente “non c’è”.

In secondo luogo l’assessore ritiene debba essere acquisizione pacifica il principio che l’assegnazione della casa popolare non debba essere per la vita, ma venga intesa come un aiuto, consistente e concreto, per aiutare la famiglia (o singolo che sia) a superare un momento di difficoltà, a rimettersi in sesto.

In terzo luogo, “Trovo inoltre inaccettabile – dice l’assessore  – l ‘idea che chi ha condizioni più modeste, un reddito minimo o un familiare con disabilità, sia in automatico creatore di ‘ghetto’. Io credo che la dignità e la capacità di relazioni sociali non dipenda dal conto che uno ha in banca o dal lavoro che svolge. Certo siamo consapevoli delle difficoltà di integrazione che talvolta si creano e per questo nel testo unico prevederemo accorgimenti in questo senso, come ad esempio la figura del mediatore sociale e culturale nei condomini più grandi”

Infine, Ceccarelli rammenta le 25mila famiglie in lista d’attesa. “Di fronte a ciò – dice – non è normale prevedere una soglia oltre la quale si decade?”. In altre parole, se c’è una soglia verso il basso per l’entrata (sui 16mila euro annui, comprovati dall’Isee), dovrebbe essere prevista anche una soglia “per l’uscita”. Insomma se la fortuna gira e dall’Isee risulta che il soggetto entrato con 16mila e qualcosa euro annui di Isee arriva ai 27mila annui (sempre da Isee), il diritto ricevuto con l’assegnazione dovrebbe decadere. E bisognerebbe, secondo l’assessore,  “affidarsi al libero mercato”. D’imperio? “No – dice l’assessore -potrebbe essere il Comune, a quel punto, a valutare la situazione”. E a decidere se trattenere il soggetto nel patrimonio edilizio popolare o “sganciarlo”.

Infine, un commento sulla proposta di quella che è stata definita tassa di scopo, da inserire a carico delle rendite immobiliari (fra cui Airbnb) e dei bolli delle auto.

“Siamo pronti a valutare tutte le proposte – dice Ceccarelli – anche se dobbiamo misurarne la fattualità concreta, a livello giuridico prima di tutto”.

 

 

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