Firenze – L’Europa che amiamo è quella che crea una nuova cittadinanza, che si batte per i diritti e le libertà, che fa dire al presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker che l’Italia ha difeso l’onore dell’Europa con i soccorsi ai migranti del Mediterraneo. Amiamo l’Europa che privilegia la dignità dell’uomo e la sua realizzazione e non si lascia dominare da meccanismi finanziari che hanno esteso la prosperità ma nello stesso tempo hanno enormemente aumentato la disuguaglianza all’interno dei Paesi membri.
Uno degli eventi che conclude l’eccezionale settimana europea di Firenze, il 9 maggio anniversario della storica dichiarazione di Robert Schuman, scelto come giorno che celebra la pace e l’unità in Europa, propone una riflessione su questo tema partendo dalle parole che Ernesto Balducci pronunciò nell’Arena di Verona nel settembre del 1991.
“L’Europa che noi amiamo”, disse Balducci, contrapposta all’Europa del dominio e della prepotenza, dell’arroganza del ricco, è appunto il titolo scelto dalla rivista Testimonianze per una due giorni di discussione presso la sede delle Murate Progetti Arte Contemporanea con la partecipazione di politici, economisti, filosofi e teologi.
In primo piano le migrazioni, il dialogo sociale, il pluralismo culturale temi che mettono in evidenza i due volti dell’Europa, le opportunità, le grandi sfide, l’emergere di contraddizioni e di conflitti che degenerano nella violenza e provocano l’innalzamento di nuovi muri e fanno risorgere gli egoismi nazionali. Esattamente da essi i 60 anni di ideale europeo ci hanno protetto garantendo benessere e prosperità.
La tre giorni dei leader politici europei e il Festival d’Europa hanno contribuito a rafforzare questa Europa dei cittadini che vuole affrontare a viso aperto le minacce. Da Palazzo Vecchio è venuto un forte appello all’orgoglio europeo e alla difesa di ciò che è stato costruito in più di mezzo secolo di impegno da parte degli Stati del continente. “Abbiamo creato il più grande esperimento istituzionale della storia dell’uomo e sarebbe un grave errore considerare irreversibili queste conquiste”, ha detto il ministro degli Esteri italiano Angelino Alfano.
Due della grandi incognite vengono dalla cronaca politica di questi giorni. Da una parte il grande rifiuto del Regno Unito con la Brexit, l’uscita dall’Unione che è una ferita che continua a sanguinare: “Tutelare i diritti dei cittadini europei è il nostro dovere morale, noi non discuteremo le nostre relazioni future con il Regno Unito fino a che i 27 Stati membri non siano rassicurati che tutti i cittadini saranno trattati in modo appropriato e degno”, ha detto il capo della delegazione che tratterà con Londra Michel Barnier.
Dall’altra, il dibattito organizzato da Testimonianze ha luogo immediatamente dopo che i cittadini francesi avranno scelto il loro presidente e nello stesso tempo espresso (o drammaticamente negato) la loro volontà di proseguire nell’avventura europea. Nel primo caso avrà vinto l’Europa che amiamo, quella che “basa il proprio futuro sulla difesa dei diritti dell’uomo e dei diritti dei popoli, che difende la democrazia internazionale, non quella che serve semplicemente a legittimare i processi selettivi del privilegio”, come Balducci disse a Verona.
L’Europa che noi amiamo
Due giornate di riflessione sul “tema Europa” (8 e 9 Maggio, dalle 16,30, Sala “Progetti Arte contemporanea” “Le Murate”, Firenze) idealmente dedicate a Ernesto Balducci nell’ambito del progetto “Una certa idea di Europa”, promosso da Testimonianze con il centro Europe Direct.