Pistoia – A Roma, presso l’ISS, oggi e domani si parlerà di Medicina e Salute di genere. Cosa è esattamente la MdG? E’ una innovazione della ricerca biomedica, una nuova prospettiva per il futuro “in Salute” di tutti. In pratica, nasce per stabilire le strette relazioni e le appropriate cure tenendo conto dell’appartenenza al genere sessuale.
E’ indubbio che non esiste un solo genere, ed è altrettanto indubbio che non possano esistere cure identiche, quindi. Ne deriva che anche l’efficacia delle terapie nel trattamento di determinate patologie debba cambiare a seconda del genere, destinatario di cure.
Quale è l’obbiettivo prefissato? E’ quello di poter garantire ad ogni individuo, maschio o femmina che sia, terapie appropriate. Oltre all’identità sessuale dell’individuo, questa nuova branca medica, intende riconoscere le peculiarità che vanno oltre, ed includono oltre alla differente sessualità, la differente anatomia e fisiologia ed altri fattori derivanti dell’educazione, la cultura, la psicologia, l’ambiente.
Ignorata per anni, considerata una fattore insignificante e secondario, oggi diventa fondamentale capire che la medicina di genere rappresenta quel passo in avanti fondamentale soprattutto per lo studio dei farmaci e la loro posologia. Pensiamo, ad esempio, a tutto l’apparato riproduttivo e dei farmaci che possono nuocervi fortemente se non identificati come dannosi.
La Medicina, fin dalle sue origini, ha avuto una impostazione androcentrica, ponendo la salute femminile ai soli fini legati alla riproduzione. E’ solo dagli anni Novanta che la medicina tradizionale inizia una profonda evoluzione e prende in esame l’esigenza di un diverso approccio, innovativo, che mira a studiare l’impatto del genere e di tutte le variabili che lo caratterizzano (biologiche, ambientali, culturali e socio-economiche) sulla fisiologia, sulla fisiopatologia e sulle caratteristiche cliniche delle malattie. In medicina, quindi, nella sperimentazione farmacologica e nella ricerca scientifica, il tema delle “differenze di genere” è storia recentissima.
Si inizia, quindi, a comprendere che le cosiddette differenze di genere influiscono fortemente su prevenzione, diagnosi e cura delle malattie. Con lo studio delle differenze in ambito sanitario si arrivano a comprendere i meccanismi attraverso i quali le differenze legate al genere agiscono sullo stato di salute, sull’insorgenza ed il decorso di molte malattie, nonché sulla validità ed i feed back ( positivi o negativi) delle terapie. Pur soffrendo delle stesse patologie, entrambi i soggetti uomini- donne, presentano sintomi, progressioni di malattie e risposte ai trattamenti molto diversi tra loro. Da qui nasce la necessità di porre attenzione a questo ambito, inserendo questa “nuova” ottica della medicina in tutte le aree mediche. E’ bene chiarire che la medicina di genere non è solo medicina delle donne, ma di tutti i generi, rispettandone la diversità. Significa garantire ad ogni individuo le giuste terapie rafforzando il concetto di ” centralità e personalizzazione ” del paziente.
La Toscana da sempre punta di diamante per la ricerca scientifica e le innovazioni, anche in questo campo hanno dato prova di modernità.
Prima in Italia, la regione ha da pochi anni istituito la Commissione permanente per la Salute e medicina di genere, inserita nel Consiglio Sanitario Regionale, organo del governo clinico della Regione. La Commissione è presieduta da Anna Maria Celesti, medico chirurgo pistoiese, specialista in ostetricia e ginecologia, e composta da una trentina di professionisti (donne e uomini) di diverse specialità, che a vari livelli si sono occupati di questo progetto pilota.
L’obiettivo? «Diffondere la consapevolezza dell’appropriatezza delle cure rivolte alle donne e sensibilizzare le istituzioni e gli operatori sanitari sulla tematica di genere», puntualizza la dottoressa Celesti, ginecologa e coordinatrice del Centro «L’obiettivo di questo progetto pilota è quello di poter creare all’interno degli ospedali percorsi di genere, dove l’attenzione alle problematiche delle donne sia una priorità. È fondamentale differenziare le diagnosi e le terapie: malattie come tumori, cardiopatie, diabete si manifestano in modo diverso nell’uomo e nella donna e come tali devono essere riconosciute e curate con terapie personalizzate. Troppo spesso, infatti, le patologie femminili non sono adeguatamente prese in considerazione. Un esempio sono le problematiche cardiologiche che, nelle donne, vengono spesso trascurate, anche nei Pronto Soccorsi degli ospedali. Se per la sintomatologia cardiaca avvertita da un uomo viene subito allertato il personale specialistico, con esami mirati per accertarne la gravità, sintomi analoghi nella donna sono a volte trascurati, con i rischi che ne possono seguire».
Foto: Il paese delle donne on line
A Roma, presso l’Istituto superiore della Sanità oggi e domani si parlerà di questo, proprio per fare il punto sulla MdG, sia a livello nazionale che internazionale. È prevista la presenza ed il coinvolgimento di importanti organizzazioni sia pubbliche che private, interessate alla tematica, incluse le imprese (Confindustria, CNA, Confartigianato, Confesercenti, Confcommercio), delle organizzazioni sindacali, di tutte le istituzioni coinvolte nella sicurezza nei luoghi di lavoro (INAIL, INPS) e delle imprese farmaceutiche (Farmindustria) e dei dispositivi medici (Assobiomedica). Ed essendo la MdG un settore innovativo della ricerca biomedica indispensabile per assicurare la centralità del paziente per aprire nuove prospettive sul significato pieno di tutela della salute, è stata posta dall’Istituto Superiore di Sanità tra gli obiettivi strategici della sua mission. In questo quadro complesso e articolato si inserisce il Convegno intitolato “Verso una Medicina Genere-Specifica 2017” , organizzata dal Centro di Riferimento per la Medicina di Genere dell’ISS, che vuole essere un occasione di confronto per approfondire i fattori attraverso cui le differenze legate al sesso/genere che agiscono sull’insorgenza ed il decorso di molte malattie, in tutte le fasi della vita dell’individuo, nonché sulla risposta alle terapie. E’ solo l’inizio e serve a gettare le basi per la nascita di percorsi di prevenzione, diagnosi, terapia e assistenza che debbano necessariamente tener conto di queste differenze. Uno degli obiettivi “chiave” di questo importante Convegno sarà quindi proprio quello di predisporre un documento di consenso che possa gettare le basi per lo sviluppo di strategie preventive e terapeutiche genere-specifiche su tutto il territorio nazionale.