Amleto situazionista apre la stagione del Manzoni di Calenzano

Calenzano – Sarà Gianfranco Berardi, finalista ai premi Ubu 2018 come migliore attore, a inaugurare questa sera alle 21 la stagione del Teatro Manzoni di Calenzano, col suo “Amleto take away”, affiancato da Gabriella Casolari, affresco tragicomico, giocato sui paradossi, gli ossimori e le contraddizioni del nostro tempo.

Punto di partenza sono, ancora una volta, le parole, diventate simbolo più che significato, etichette più che spiegazioni, “in un mondo – osserva Berardi – dove tutto è rovesciato, capovolto, dove l’etica è una banca, le missioni sono di pace e la guerra è preventiva.

Tutto è schiacciato fra il dolore della gente e le temperature dell’ambiente, fra i barbari del nord e i nomadi del sud. Le generazioni sono schiacciate fra lo studio che non serve e il lavoro che non c’è, fra gli under 35 e gli over 63, fra avanguardie incomprensibili e tradizioni insopportabili”.

In questo percorso si inserisce, un po’ per provocazione, un po’ per gioco, inevitabilmente il principe di Danimarca alias Amleto, simbolo del dubbio e dell’insicurezza, icona del disagio e dell’inadeguatezza, che però in questo caso procede alla rovescia, preferendo fallire piuttosto che rinunciare: un uomo che non si fa molte domande e decide di tuffarsi nelle cose anche quando sa che non gli porteranno nulla di buono.

Il cartellone messo in piedi da Cristina Ghelli, direttrice del Teatro della Donne che a Calenzano ha sede, prosegue con il monologo di Lucia Calamaro “Ma perchè non dici mai niente?” che affronta il tema della solitudine e dell’abbandono (21/12), e poi infila con due prime regionali: “Romeo e Giulietta, l’amore fa schifo ma la morte di più” con Beppe Salmetti e Simone Tangolo, regia Cecilia Ligorio, un testo che riflette sulla condizione disumana dell’amore non corrisposto (19/1) e “Gioia”, scritto, diretto e interpretato da Livia Gionfrida, storia complessa del rapporto traumatico che passa tra una madre e un figlio problematico (9/2).

Alessandra Bedino il 23 febbraio presenta “La signora Pirandello”, una drammaturgia che prende spunto da alcune novelle dello scrittore siciliano in cui l’autore racconta in modo ironico il suo difficile rapporto con i “signori personaggi” che, sempre scontenti, lo assillano per essere ascoltati, mentre in prima nazionale debuttano a marzo due fatti di cronaca nera, fra i più crudeli, che maggiormente hanno segnato la storia del nostro Paese: “Circeo, il massacro” di Filippo Renda ed Elisa Casseri il 9 e “Nessuno, il mostro di Firenze” di Eugenio Nocciolini il 29.

Gli ultimi appuntamenti in aprile vedono protagonisti Elena Arvigo alle prese con “La metafisica della bellezza” ovvero “Lettere dalle case chiuse”, indagine sulla “pornografia della verità attraverso la figura della prostituta”, scrive Arvigo, dopo l’approvazione nel 1958 della Legge Merlin; Valeria Morozzi al centro di “Amy. Storia di un naufragio”, scritto insieme a Valerio Nardoni, liberamente ispirato al racconto omonimo di Joseph Conrad, regia Matteo Marsan, musiche Stefano “Cocco” Cantini; Serra Yilmaz che rigira sul tema della prostituzione con “Griselidis” di Coraly Zahonero della Comedie Francaise (le memorie di Griselidis Real, che si impegnò per la legalizzazione del “mestiere” in Svizzera e per i diritti delle prostitute francesi) e ritrova al sax Stefano “Cocco” Cantini, per la regia di Juan Diego Puerta Lopez. Info e programma completo www.teatrodelledonne.com

 

 

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