No alla violenza sulle donne, passa l’odg del Pd in consiglio comunale

Firenze – Il Consiglio comunale ha approvato un Ordine del Giorno del Partito Democratico che esprime un forte No alla violenza sulle donne e ai femminicidi. “Condanna con fermezza l’atteggiamento del Ministro dell’Interno che dovrebbe tutelare e garantire i cittadini da questo fenomeno e invece, anziché essere un esempio, ha messo alla gogna mediatica tre ragazzine che lo hanno contestato – si legge nella nota – esprime solidarietà a Silvia Costanza Romano, ritenendo indispensabile, oggi più che mai, essere vicini alla giovane volontaria, sicuramente un esempio di umanità che è stata rapita in Kenya e chiediamo con forza al Ministero degli esteri che si attivi in tutti i modi e in tutte le sedi per riportarla a casa”.

Azioni e tutele concrete chiede la consigliera di Pap Miriam Amato, che lancia anche un’iniziativa: “In conferenza dei capigruppo ho  proposto di organizzare come Consiglio Comunale  un convegno o un consiglio aperto, nel Salone dei 500 con tutte le realtà che ogni giorno lavorano a fianco delle donne, nella quotidianità,  nella disperazione, nella solitudine, per non ridurre il dibattito ad una mera celebrazione, ma per confrontarci e cercare soluzioni concrete che possano incidere sulla vita delle Donne ed a sostegno di chi è sul campo”.

Sottolinea l’astensione che i consiglieri pentastellati hanno attuato sulla parte dell’odg ch prevede  che il sindaco si faccia interprete presso il Ministero della Giustizia della necessità di provvedere per l’accelerazione del percorso delle indagini preliminari nei casi di denunce per violenza sulle donne, la capoguppo del M5S Arianna Xekalos:  “L’astensione nasce dal fatto che il Consiglio dei Ministri domani voterà la proposta di legge sul ‘Codice rosso’, già presentata dal ministro Bonafede e da Giulia Bongiorno e Michelle Hunziker, fondatrici dell’associazione “Doppia difesa” ispiratrice del provvedimento – spiega la capogruppo – la denuncia sarà portata direttamente sulla scrivania del pm che avrà un termine ristrettissimo, 3 giorni, per sentire la donna. E la polizia giudiziaria dovrà dare priorità alle indagini. Il Governo ci sta già lavorando quindi questo atto, anche se corretto nello spirito e nell’intento, è superato”.

 

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