Firenze – Sei punti per rassicurare i mercati, con una premessa: la proposta, se accettata e messa in opera subito potrebbe dimezzare lo spread “anche domani”, come dice Renzi, in poco tempo, come dice più prudentemente Padoan. Renzi e Padoan, in veste di civil servants, con un unico interesse, quello di venire incontro a un Paese il cui governo “lo sta portando a sbattere”, contro un’onda di piena che rischia di diventare “incontrollabile”.
Ciò che preoccupa, dice Padoan, al di là degli indicatori, “è la direzione che sta prendendo il Paese”. E per tamponare la situazione, spiega l’ex segretario del Pd, “ci siamo visti in più di una circostanza con Pier carlo, per provare un esercizio: una legge “diversa” che potrebbe rivolgersi, tranquillizzandoli, al mercato. “Perché non si scherza – commenta ancora Renzi – qui rischiamo davvero l’osso del collo”.
Un atto di responsabilità a fronte dell’irresponsabilità mostrata dall’attuale governo e dai suoi componenti, insomma. Anche perché lo spread da qualche giorno stabilmente sopra quota 300, fanno osservare, significa per gli italiani “maggiori spese per gli interessi, per l’accesso al credito, per i mutui”.
“Le misure che proponiamo sono sei. Se il governo accettasse queste proposte, la fiducia dei mercati verso l’Italia tornerebbe molto più forte”, è l’incipit di Renzi.
Ed ecco la proposta: al primo punto, una diminuzione del deficit nominale al 2,1 nel 2019 (a fronte del 2,4-2,1-1,8 governativo) con progressiva diminuzione all’1,8% nel 2020 e all’1,5% nel 2021. “Questa scelta presuppone la riduzione dello 0,3% annuo rispetto alle previsioni del governo, e avrebbe un immediato effetto sia nei confronti della commissione europea che dei mercati. E con questa decisione sarebbe evidente una riduzione lenta ma costante del deficit strutturale”.
La seconda misura: “E’ assurdo per noi togliere quelle misure che aiuterebbero la crescita, in particolar modo l’Ecobonus al 65%, l’Ace, che è una scelta del ministro Padoan che ha avuto effetti molto positivi, l’Iri, che abbiamo impostato con la legge di bilancio del 2016 ma che ancora non è entrata in vigore”. Ma soprattutto, sul tavolo potrebbe essere posto un “corposo investimento” per la crescita.
Il terzo punto è, e su questo, dichiara Renzi “ha molto insistito” Padoan, una misura “da effettuarsi immediatamente”, per “agevolare la ripartenza del settore delle costruzioni e dell’immobiliare”. “Se noi facciamo un 2,1 d i deficit, abbiamo uno spazio maggiore – spiega Renzi – non facendo misure come quelle “in quota cento”, che non aiutano nessuno, anzi, creano un buco nel bilancio, fanno un danno alle nuove generazioni, si liberano degli spazi. Il primo di questi spazi per noi va colmato con l’abolizione totale dell’imposta di registro”. Una 2mossa” che vale 4,8 milioni di euro.
Ancora, la riapertura del Progetto Casa Italia, che, dice Renzi, “in modo dissennato il governo ha chiuso, come primo atto della legislatura. E per questo noi immaginiamo, visto quello che accade sui ponti e le scuole di questo Paese, una misura una tantum di 4 miliardi di euro che si somma con l’art.1 comma 140 del bilancio approvato nel 2016, con il recupero immediato di soldi contro il dissesto e per le scuole”.
Sempre nell’ambito della crescita, arriva la cancellazione totale dell’Irap con effetti previsti per 13,8 miliardi sui saldi del 2020, elemento che andrebbe ad aggiungersi alla cancellazione, dovuto al “ministro Padoan”, ricorda Renzi, del costo del lavoro. “E gli imprenditori sanno cosa vuol dire – aggiunge – non dobbiamo fare reddito di cittadinanza, dobbiamo creare posti di lavoro. Questa misura è fattibile anche perché produce effetti nel saldo del 2020, e non nel 2019. Quindi volendo potrebbero inserirla ora, immediatamente, dando una grande boccata di ossigeno alle nostre imprese.
Infine, la misura, prevista dal programma del Pd, “che tutti e due abbiamo contribuito a scrivere”, che è quella dell’assegno universale per i figli, che vale 9 miliardi di euro”, che “copre”, oltre ai lavoratori dipendenti, anche gli autonomi e gli incapienti.
Ed è Piercarlo Padoan, che prendendo la parola, mette chiarezza innanzitutto sull’andamento dei saldi di finanza pubblica. Così, se è importante il fatto che il 2,1 della proposta è più basso del 2,4, ancora più importante, dice Padoan, “è l’andamento discendente del cosiddetto saldo strutturale. E’ una misura difficile da capire, ma essenzialmente è la grandezza che dice se effettivamente un Paese sta aggiustando la finanza pubblica o no. Nel documento del governo si rinvia forse al 2022 ogni discesa del saldo strutturale. Noi lo facciamo scendere da subito”. Un segnale fondamentale, non tanto e non solo per le istituzioni europee ma anche per i mercati, il modo per recuperare, secondo Padoan, la credibilità degli impegni da parte del Paese nei confronti dei mercati. “Noi proponiamo un impegno credibile – continua Padoan – perché i numeri sono importanti e sono coerenti per riportare il Paese a un tasso di crescita più alto. A questo proposito, ci sono meno misure di quelle presenti nella manovra del governo, ma non è questo il punto. Ci sono misure molto chiare che hanno un effetto sicuro: l’abolizione dell’Irap, la cancellazione della tassa di registro che è un elemento di stimolo al settore edilizio, misure contro l’esclusione sociale e che vanno incontro alle famiglie”.
Foto: dalla pagina facebook Leopolda 9