Firenze – A Livorno si festeggia il Goudi Khassaidi, la notte del canto dei detti del profeta: una notte e un giorno in cui uomini, donne e bambini, per lo più senegalesi ma non solo, si ritroveranno a recitare, cantare e ascoltare componimenti poetici in lingua araba. L’appuntamento, presentato oggi nella sede della presidenza della Regione a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze, sarà il 22 settembre al Pala Modì.
La festa è una delle più importanti del Murid, la principale delle tre confraternite islamiche del Senegal che si rifà alla predicazione tra Otto e Novecento di di Ahmadou Bamba Mbacke; e già nei giorni precedenti si prevede che in diecimila raggiungeranno Livorno. L’incontro si tiene ogni anno in una città diversa – l’anno scorso fu a Barcellona – e richiama da tutto il mondo imam, guide spirituali e persone comuni appartenenti al gruppo.
Un’iniziativa all’insegna della convivenza pacifica e che ha un valore religioso ma anche culturale e sociale, per riannodare i fili delle proprie radici. Con Livorno, sottolineano gli organizzatori, che non è stata scelta per caso: vista la sua storia cosmopolita e la tradizione di accoglienza della città, ma anche per il fatto che ha già ospitato in passato altre iniziative de lla comunità, come il Gran Magal.
“Il dialogo, nella politiche di accoglienza e inclusione della Regione Toscana, è fondamentale – sottolinea la vice presidente della giunta regionale, Monica Barni – E la festa sarà anche un momento di confronto e di apertura. Dialogando si impara a conoscersi meglio, si valorizzano e si possono far diventare risorse le differenze. Si può vivere in due culture e lingue diverse, pacificamente. Ma occorre anche garantire la partecipazione di tutti alla vita pubblica, ciascuno con i propri diritti e doveri”.
In Toscana, prima regione in Italia dove si è voluto festeggiare la festa di indipendenza del Senegal, quella senegalese è una comunità presente da tempo e ben radicata. Conta oltre dodicimila persone, disseminate in tutte le province: i più numerosi a Pisa (4.397 all’inizio del 2018) e di seguito Firenze (2.783). Sono il 3,1 per cento dei quasi 410 mila stranieri che abitano in Toscana. In tutta Italia sono quasi 106 mila (il 2,1%).
Le poesie saranno cantate in arabo, ma verranno distribuite anche traduzioni in italiano. Tutti sono invitati, musulmani e non musulmani, sotto l’insegna della convivenza civile, dell’ascolto e della cooperazione tra i popoli che per Diop Mbaye, presidente della comunità senegalese di Livorno (quasi mille e novecento persone) sono “l’antidoto a incomprensione e intollerenza”. “Accettarsi l’un l’altro, convivere nella propria diversità – dice – aiuta a costruire una società più solidale e coesa”. “Qualcosa – conclude la vice presidente Barni – di cui c’è grande bisogno”.
C.A.S.T.O., il coordinamento delle associazioni senegalesi della Toscana, si farà carico dell’organizzazione dell’evento.