Firenze – “Prendiamo atto con soddisfazione di una sentenza che ci permette di proseguire nell’azione di riduzione della pressione degli ungulati, una pressione che da molto tempo ha messo alle corde i nostri agricoltori”. Così l’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi commenta l’ordinanza del Tribunale amministrativo regionale che ha respinto l’istanza di sospensiva sulla caccia di selezione al capriolo presentata da Urca (Unione Regionale Cacciatori dell’Appennino).
“La sentenza del Tar dimostra che la Regione ha agito correttamente, in piena coerenza con le normative nazionali”. “Il Tribunale amministrativo – aggiunge – si è espresso in tempi rapidi, ed è anche questo un elemtno positivo. Purtroppo anche i soli 20 giorni intercorsi tra un primo accoglimento, in via provvisoria, della sospensiva e la sentenza di oggi sono bastati a produrre danni ingenti soprattutto alle aziende vinicole che, si sono trovate senza la tutela dello strumento normativo, proprio nella fase di piena maturazione dell’uva, quindi in un momento in cui era ancora più appetibili da parte di questi ungulati”.
“Ora – conclude l’assessore – riprendiamo il cammino, nella speranza che, grazie all’azione normativa regionale, si riesca nel giro di pochi anni a ristabilire una situazione di equilibrio faunistico e che ciò consenta agli agricoltori di poter salvaguardare il frutto del proprio lavoro”.
“Una vittoria per tutti gli agricoltori toscani e per l’ambiente”. Commenta così Francesco Miari Fulcis, presidente Confagricoltura Toscana, la decisione del TAR che ieri con un suo decreto ha rigettato il ricorso presentato dall’associazione Urca e che di fatto riattiva il piano regionale di controllo di femmine e piccoli di capriolo.
“Il danno all’agricoltura è stato comunque compiuto, abbiamo perso un mese fondamentale per il piano di controllo” aggiunge Miari Fulcis. Considerata infatti la sospensione dal 24 agosto all’11 settembre e che il termine del periodo di caccia è fine mese “Urca deve prendersi le sue responsabilità per i problemi che ha causato e sta causando alle aziende. Ciò che emerge da questa vicenda è che l’associazione Urca ha una visione non in linea con le indicazioni regionali e, in generale, con il settore agricolo toscano e pertanto non possiamo considerarla un interlocutore attendibile”
La decisione del Tar sblocca una situazione che poteva diventare molto seria. “Abbiamo rischiato di vanificare gli sforzi fatti per risolvere la questione. A lungo termine, ci sarebbero stati gravi danni per il settore agricolo oltre che per l’ecosistema – continua Miari Fulcis – La sovrappopolazione di caprioli è un problema che necessita di soluzioni adeguate, urgenti e continuative. Dobbiamo riportare un equilibrio nella densità di questi animali, per preservare la biodiversità e il paesaggio”
Foto: Marco Remaschi