Coop sociali e direzione carcere, intesa per il lavoro dei detenuti

Firenze – Il Protocollo è stato firmato oggi, ed è così  pronta l’intesa tra Provveditorato Regionale Amministrazione Penitenziaria Toscana e Umbria e Centrali Cooperative-Settore Sociale della Toscana (Confcooperative-Federsolidarietà, Legacoop Toscana-Area Welfare e AGCI-Solidarietà Toscana) per favorire percorsi lavorativi intra ed extra murari delle persone detenute. 

Il Protocollo, sottoscritto tra PRAP e Centrali Cooperative per promuovere i rapporti tra le amministrazioni penitenziarie e la cooperazione sociale di tipo B, quella impegnata nell’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate, è un atto che si inserisce all’interno del percorso avviato in Toscana nel 2010, con l’obiettivo di tutelare l’inclusione sociale dei soggetti svantaggiati, e che ha visto la partecipazione attiva della Regione Toscana, di Estar, del Comune di Firenze, dell’Università di Firenze e dell’ANCI Toscana. 

Per il PRAP ha apposto la firma il Provveditore Antonio Fullone, per Confcooperative-Federsolidarietà Toscana il presidente Alberto Grilli, per Legacoop Toscana-Area Welfare Marco Paolicchi e per AGCI-Solidarietà Toscana Federico Pericoli. E’ intervenuto anche Eros Cruccolini, Garante dei detenuti di Firenze. 

Fra i vari dati presentati, uno è particolarmente significativo:  avviare al lavoro i detenuti significa abbassare il tasso di recidiva dal 70 al 6% (come risulta dai dati delle Centrali Cooperative). 

Da una stima effettuata, lo Stato spende 70.000 € annui per ogni detenuto (190 € al giorno) e quindi la riduzione della spesa assistenziale conseguente all’inserimento lavorativo arriva a 25mila euro l’anno. Quindi l’inserimento lavorativo di un detenuto produce, oltre che il reinserimento socio-lavorativo della persona, anche un beneficio netto per la comunità locale. 

Le cooperative sociali di tipo B associate alle tre Centrali toscane firmatarie il Protocollo d’intesa sono più di 200, hanno circa 6000 soci, 7000 addetti e oltre 2000 lavoratori svantaggiati, per un fatturato intorno ai 200 milioni di euro.

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