Firenze – L’Opera di Santa Croce risponde all’appello lanciato dal maestro Riccardo Muti per riportare in Italia le spoglie di Luigi Cherubini.
“Siamo accanto al maestro Muti e ne condividiamo l’impegno – afferma la presidente dell’Opera Irene Sanesi – L’Opera è pronta a partecipare a questa iniziativa nelle modalità più opportune. Quello del maestro è un appello appassionato che non può cadere nel vuoto, tutte le istituzioni che possono fare qualcosa di positivo in questa direzione devono essere pronte a collaborare”.
Del resto da tempo Santa Croce cerca di favorire questo ritorno. La tomba vuota di Luigi Cherubini (Cenotafio) è stata inaugurata in Santa Croce nel 1869, mentre il corpo del musicista riposa dal 1842 nel cimitero di Père Lachaise a Parigi. Già immediatamente dopo la sua scomparsa c’era stato il tentativo di portare a Firenze le sue spoglie, anche nell’ottica di valorizzare Santa Croce nella sua dimensione di pantheon della memoria nazionale.
Proprio in questo contesto nel 1868, alla morte di Gioacchino Rossini, il sindaco di Firenze Ubaldino Peruzzi progettò la sepoltura nella chiesa del compositore di cui quest’anno viene celebrato il 150 anniversario dalla morte. Progetto che si concluse nel 1887 con l’arrivo a Firenze, accolti da una gran folla, dei resti di Rossini, che furono accompagnati in corteo fino a Santa Croce.