Prato – Tutta la città si è stretta in un ultimo grande abbraccio nel pomeriggio di ieri nel Duomo di Prato intorno alla famiglia di Mario Santi,figura assai nota e stimata.
L’ultimo saluto di Prato al senatore Mario Santi
Uomo buono, riservato e schivo fu insegnante di filosofia al Liceo scientifico Cicognini (tanti erano i suoi ex allievi presenti alla messa); senatore della Democrazia Cristiana tra il 1972 e il 1979, presidente dell’Azienda Autonoma di Turismo, presidente dell’Opera del Duomo di Prato e attivista del movimento cattolico locale.
Si interessò come curatore dell’acquisto della “Forma squadrata con taglio” di Henry Moore,che si ammira oggi in piazza San Marco e come presidente dell’Opera del Duomo di commissionare all’artista Emilio Greco il paliotto “Dormitio Virginis” posto all’altare della cappella della Sacra Cintola.
Visse da senatore della Repubblica Italiana gli anni ‘70, il decennio di partecipazione civile e di riforme, ma anche quello di vittime e carnefici. Grande amico di Giorgio La Pira, Fanfani e Aldo Moro a cui riconosceva il valore di una intelligenza non comune, luminosa e vivida,ne pianse il nove maggio del 1978 la morte ingiusta.
Durante la messa, officiata dal Vescovo Emerito di Prato Gastone Simoni è stato letto per volontà della famiglia un passo tratto dal Vangelo di Giovanni: “Se il chicco di grano non cade in terra e non muore, rimane solo; se invece muore, porta molto frutto”,ovvero all’uomo che crede in Dio, attraverso “il bagno”del Battesimo, gli si apre l’orizzonte dell’eternità.
Dedito alla famiglia, lascia la moglie Anna e i figli Ilaria, presidente del consiglio comunale di Prato, Domenico, Francesco, Tommaso, Caterina e dieci nipoti. Instancabile nel lavoro e nella politica intesa come passione e impegno per la collettività,lascia in eredità a un’umanità spirituale unitamente a un grande vuoto.