Firenze – Se non è tracollo, è sconfitta netta. Nel Pd, qualcuno, come a Pisa, dà la colpa al “vento nazionale”. Di fatto, la Toscana rossa, quella che vedeva in mano al centrosinistra tutti o quasi i capoluoghi, da ieri ha chiuso le saracinesche: ad oggi, dopo la perdita di Pisa, Siena e Massa, il Pd governa solo 3 città capoluogo: Prato, Firenze e Lucca. A dare la cifra di un successo che a prima vista sembra incredibile, la leghista Ceccardi, sindaca di Cascina, che lancia la “chiave” su Facebook, quando ormai, a tarda notte, è chiaro il successo del centrodestra: rivoluzione di popolo contro le elites. Al di là di ciò che si potrebbe replicare, in queste poche parole sta senz’altro una parte di quella verità su cui la sinistra dovrà meditare.
Dunque, Michele Conti è il nuovo sindaco di Pisa, battendo Andrea Serfogli, mentre a Massa si afferma Francesco Persiani contro Andrea Volpi.
A Siena, a lungo in bilico, Luigi De Mossi ce la fa per una manciata di voti contro Bruno Valentini, 378 voti contati a uno a uno nel cuore della notte.
Successo incredibile, ma non tanto, se si analizzano i segni premonitori. Intanto, è utile ricordare che dal 2014 il Pd cominciò a perdere tutte le sfide nei capoluoghi di provincia: a cominciare da Carrara e Livorno, dove il Movimento 5 Stelle si affermò “a sorpresa”, per finire con Pistoia, dove, come in tutte le altri sedi di voto, fu il centrodestra a portare a casa la palma della vittoria.
Intanto, l’anno prossimo si gioca la grossa partita di Firenze, ma le armi cominciano ad affilarsi anche per la partita più grossa di tutte, quella per la Regione, nel 2020. Ed è da questo passaggio decisivo che potrebbe partire, dalla conquista o meno di una regione che storicamente ha sempre visto la vittoria delle sinistre, quella “rivoluzione” di cui parla Ceccardi, O la riscossa delle sinistre. Mentre a Campi Bisenzio vince Fossi e a Pietrasanta Giovannetti.