Morto Dino Landi, uno degli ultimi poeti contadini di Toscana

Buti – All’età di novant’anni ci ha lasciato il poeta Dino Landi uno dei maggiori esponenti di una plurisecolare tradizione culturale e prestigioso autore di Maggi drammatici. Uno di questi, Orfeo e Euridice nel 2005 fu rappresentato a Parigi nel Réfectoire dell’Abbazia di Royaumont il Maggio “Orfeo e Euridice” di Dino Landi ,commissionato dalla prestigiosa Fondazione Royaumont che lo scelse come “testimonianza ancora viva di una tradizione orale quasi scomparsa altrove”

La Fondazione Royaumont – Centre international pour les artistes de la musique et de la danse conserva una ripresa video dello spettacolo per studiosi e appassionati di tutto il mondo.

Oltre ai già citato Orfeo e Euridice, tra i suoi Maggi si segnalano   Natività del nostro SignoreLa pastorella di MontemoraioRosana e Ulimento La storia di EneaLa storia di Naccheri mio zioIl segno della Croce

Due le sue raccolte di versi: “Canto tra gli olivi” e “Una voce nel tempo” . Componimenti che sono testimonianza della sua missione di poeta che segnano il percorso di una vita, di una generazione sul crinale tra due mondi, tra due tipi di società tra loro assai distanti.

Dino Landi è stato uno degli ultimi rappresentanti della pliurisecolare tradizione dei poeti contadini ed ha dedicato tutta la vita al lavoro agricolo che emerge, appunto, dai suoi versi. Uno dei temi di fondo è ,infatti, l’amore per la natura che ci riporta a una vita di campagna fatta di emozioni, schiettezza di sapori.

Dino Landi  ha espresso la cultura della sobrietà, delle cose belle e positive della vita. Descrizioni soffuse che attraverso il variare delle stagioni esprimono stati d’animo. Oggi, il passare dei mesi è scandito dalle ferie, magari dalle scadenze fiscali e si perde l’incanto  del lento mutare delle stagioni Ma Dino mette in rilievo un altro fatto: all’interno di ogni stagione ci sono momenti che hanno una particolare suggestione: Il tramonto in estate, quando “è tanto bello nella campagna all’aria aperta uscire”. Poi, lo splendore misconosciuto dell’autunno

Torna l’autunno, è bello il suo colore

sembra d’oro la valle e la brughiera 

Ma Dino Landi ha dato spazio anche ai problemi, spesso drammatici, dei nostri tempi e dedica versi importanti all’orrore delle donne uccise.  Perché queste poesie, anche nelle incursioni nel passato, colgono problemi di attualità come il degrado ambientale e il rapporto con la natura, che il mondo di oggi proclama di voler ritrovare, ma solo a parole. Altri versi accorati esprimono la tristezza di vedere i poderi incolti.

Le poesie di Dino Landi hanno una significativa varietà di toni . Infatti, all’elegia, all’intimismo lirico, unisce brillanti esempi di quell’arguzia toscana oggi scomparsa.

Grazie anche al sapiente uso del dialetto butese, Dino Landi esprime una benevola ironia, descrive gustosi episodi in un’atmosfera fuciniana, ma che, in versi densi di humor, ci regalano colpi di scena di spassose battute di caccia  Questi intermezzi scherzosi sono un sapiente colpo d’ala per evitare che le venature nostalgiche si tramutino in malinconia

Poi Buti, che è sempre in cima ai suoi pensieri, come per tutti noi butesi. Non è solo uno scenario ma è coprotagonista della nostra vita. Scrive, infatti,

   …   d’argento una corona

       ti avvolge o Buti, sei come un gioiello

 

Ed ha espresso la consapevolezza che l’identità locale si fonda soprattutto sulla sua vita culturale come fatto corale:   “questa valle è la culla dei poeti”.

Foto: Dino Landi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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