Comune, Europe Direct “sospeso” a causa dell’appalto che non si riesce a fare

Firenze – L’ufficio comunale Europe Direct è uno di quei piccoli grandi bastioni di salvaguardia contro l’euroscetticismo essenziali sul territorio: i servizi che offre sono di “guida” e informazione alle direttive e leggi europee, riguardano servizi di natura europea, aiutano il cittadino a informarsi e districarsi in bandi, normative, servizi. Un ruolo che a Firenze è svolto (o forse era) da un ufficio comunale, chiamato Europe Direct,  aperto nel giugno 1999, sindaco Mario Primicerio. Il Comune di Firenze aveva vinto una selezione europea per aggiudicarsi la convenzione che gli permetteva di aprire un ufficio di “informazione europea”. A fare la storia dell’ufficio, piccolo ma importante e radicato nel territorio, l’unico dipendente dell’ufficio stesso, ormai in pensione.

L’ufficio funzionava attraverso la convenzione con la Commissione europea, ed era organizzato con modalità di tipo misto, vale a dire che vi lavoravano il dipendente comunale mentre il “resto” andava in appalto ad associazioni o cooperative che via via partecipavano alla gara d’appalto indetta dal Comune. Il piccolo ufficio era diventato, con il passare degli anni, un punto di contatto tra l’Unione Europea e i cittadini di Firenze, svolgendo dunque anche quel ruolo di sia pur piccolo argine a quell’euroscetticismo dilagante  menzionato recentemente anche dal sindaco Dario Nardella.

Tutto scorre abbastanza tranquillamente fino al 2017, l’anno della svolta. Infatti, alla fine di quell’anno, scade la Convenzione Quadro che lega il Comune di Firenze alla Commissione Europea  per l’attivazione di un centro Europe Direct sul territorio e scade l’appalto di gestione del servizio. Non solo: come racconta  il dipendente comunale che storicamente si  è  occupato di questa attività, a febbraio scattano per lui i raggiunti limiti di servizio e va in pensione. “Un evento peraltro – racconta l’ex dipendente – già noto  dai primi del 2016”.

Che si fa? Intanto il Comune con un atto politico, vale a dire la Delibera di Giunta  n.2017/G/00328 del 12 luglio 2017 decide di partecipare  nuovamente alla   selezione e stanzia la somma necessaria per il  triennio 2018-2020 in caso di vittoria (“Anno 2018: € 89.000,00 sul capitolo 130; Anno 2019: € 89.000,00 sul capitolo 130; Anno 2020: € 89.000,00 sul capitolo 130 (accantonamento che sarà formalizzato dopo l’approvazione del bilancio triennale 2018-2020)”, come si legge nella delibera stessa) . La partecipazione viene premiata dalla quinta vittoria consecutiva nella selezione della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea da parte del Comune di Firenze, che firma la Convenzione Quadro 2018-2020. E, una volta ottenuta la vittoria e conseguentemente ad essa, è necessario, da parte del Comune, avviare l’appalto. 

Ma la struttura amministrativa non lo fa. Invece, viene predisposta, in luogo della nuova gara d’appalto, una proroga del servizio che arriva fino ad aprile 2018. Continuano a passare i mesi, ma la gara d’appalto non esce. E si giunge al 30 aprile: la dirigenza amministrativa chiude “temporaneamente” il centro Europe Direct. Di conseguenza, due operatori intanto vengono licenziati e perdono il lavoro. E il Comune di Firenze, è il commento generale, “perde la faccia”.

Ecco perché: la vicenda lascia l’amaro in bocca, in particolare dal momento che essendoci la decisione politica, manca ad ora l’azione amministrativa necessaria per renderla efficace.  Insomma a venire a mancare è proprio la parte dell’azione amministrativa; e senza quella, la “decisione politica” rimane sulla carta. “Quando si ragiona spesso a vanvera sul sistema meritocratico si dovrebbe partire  con ben altro rigore e serietà dalla  Dirigenza che spesso si mette di traverso anche agli obiettivi di mandato di un’Amministrazione, oltre a dare prova di una scarsa professionalità”, dice l’ex- dipendente comunale.

La vicenda ha conosciuto, in questi giorni, anche ulteriori sviluppi: a seguito di un post su Facebook in cui si rendeva nota tutta la vicenda, l’assessore responsabile, Andrea Vannucci, avrebbe assicurato che il servizio sarebbe stato riaperto. “Il vero problema – è l’obiezione che emerge da più parti – è che per evitare che l’eventuale dipendente comunale “inviato” a Europe Direct sia poco più di un usciere, dovrebbe avere le competenze e la complessa preparazione che richiede un’attività altrettanto complessa. Insomma per farla breve è necessario che la gara d’appalto venga espletata”. Altrimenti,  il centro ospitato dal Comune di Firenze, in convenzione con la Rappresentanza della Commissione europea in Italia, rischia di esserci solo di nome. Ma non di fatto. 

 

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