Giustizia: Prato difende il suo tribunale istituito 50 anni fa

Prato – È il primo di una serie di incontri per festeggiare il mezzo secolo del Tribunale della città toscana, con un’iniziativa  dal titolo “50 anni del Tribunale di Prato tra luci e ombre” organizzata dal  Soroptimist Club International di Prato.

Un convegno con una serie di approfondimenti moderati dall’avvocato Costanza Malerba e interventi del giudice Laura Canovai, dell’avvocato Elena Augustin,del giudice Salvatore Palazzo, del già Procuratore Piero Tony, del commercialista Ravoni, della vice presidente seconda commissione sviluppo economico Ilaria Bugetti e Vittorio Bugli assessore alla presidenza Regione Toscana.

Un club che, come ha sottolineato Lamberto Galletti, presidente dell’Ordine degli Avvocati, ha con il Tribunale di Prato una importante collaborazione, testimoniata dalla creazione dell’Aula di Ascolto protetta per i minori all’interno del Tribunale.

“Una importante istituzione – ricorda in apertura la Presidente del Club Betty Cherubini –  che vide avanzare delle proposte di legge per la sua creazione già dal 1953”. I pratesi “sudarono” per la  nascita del Tribunale di Prato, perché dal 1953 al 1968 fu una battaglia continua a colpi di carte bollate a causa dei governi che cadevano e forse in pochi sanno che il primo sponsor del Tribunale di Prato fu il Comune stesso che lo arredò (dopo la delibera a Roma che decretava l’operatività del Tribunale pratese nel gennaio del 1968), mettendo a disposizione gratuitamente una propria struttura perché esso non fosse un costo per lo Stato,e senza assunzioni di nuovi magistrati ma redistribuendo gli stessi  sul territorio che comprendeva  anche quello di Firenze.

Erano quelli gli anni immediatamente successivi alla fine del secondo conflitto mondiale e oltre alla ricostruzione del tessuto urbano e sociale la collettività pratese sentiva forte l’esigenza che si istituisse un tribunale per il disbrigo delle cause in materia civile e penale.

Questo perché fin da subito Prato mostrò  non solo all’Italia ma all’intera Europa una forte volontà imprenditoriale testimoniata dalla nascita di una miriade di piccole e medie imprese tessili che esportavano il tessuto riciclato. Prato aveva allora dei numeri da record: 1000 aziende, 40mila addetti su 125mila abitanti per un volume d’affari che in lire dell’epoca toccava 85 miliardi, esportazioni  al 75% di tutta la materia tessile italiana.
Un primo esempio di economia circolare. A Prato c’era anche la Pretura e nel quinquennio 1952- 1956,gli affari penali trattati furono 23.200 ma già nel quinquennio successivo furono 62.900 quindi un aumento di fatti delittuosi che richiedevano attenzione da parte delle autorità in tema di ordine pubblico e dunque la necessità di dar vita in città al più presto ad un Tribunale.

E dal 1968 la storia del Tribunale pratese è testimone anche di fatti rilevanti alcuni dei quali hanno trovato ampio spazio nelle cronache della stampa nazionale:dal delitto di un bandito sardo sordomuto, al sequestro Baldassini, all’uccisione del notaio Spighi, alle cellule brigatiste rosse fiorentine, ai due fidanzati uccisi dal mostro di Firenze nelle campagne di Calenzano, all’anonima sarda, alle morti degli operai cinesi del Teresa Moda e in tempi recenti ai cinesi morti asfissiati in una casa laboratorio alla Tignamica.
Né sono mancati i grandi processi legati ai fallimenti di aziende di marchi famosi in tutto il mondo, né quelli  di natura penale, civile e fallimentare con importanti  pronunce di sentenze che hanno fatto scuola.

Ecco perchè ha fatto gridare allo scandalo e alzare barricate l’ipotesi di trasferire al tribunale di Lucca il fallimentare di Prato. Infatti la crisi economica ha gettato il distretto tessile pratese in uno dei periodi  più cupi della sua storia recente e mal si comprende come si possa  ipotizzarne il trasferimento a 50 chilometri dalla città laniera.
Un compleanno che per certi versi è per il Tribunale pratese e per chi ci lavora, amaro visto che,nonostante gli appelli dei vari Presidenti del Tribunale che si sono succeduti negli ultimi anni, la pianta organica del tribunale cittadino  risulta del tutto insufficiente a coprire le problematicità del territorio. E ad oggi nonostante Prato sia stata inserita tra le sedi “disagiate” al pari di Locri, non soddisfano le risposte inviate da Roma. Di questo si fanno portavoce il presidente della Sezione della Camera Penale Silvio de Luca e il presidente della Camera penale di Prato l’avvocato Eugenio Zaffina, che hanno parlato di una vera e propria emergenza che rischia di paralizzare la funzionalità stessa del Tribunale.

“Se è vero che siamo  qui a festeggiare i primi 50 anni del Tribunale pratese, così il Sindaco Matteo Biffoni, – è vero anche che dobbiamo guardare avanti a quello che succederà nel futuro prossimo. Il nostro Tribunale ha bisogno di cura e attenzione perché è una Istituzione della democrazia che oggi fa fatica il che vuol dire che non funziona bene e noi non possiamo permettercelo. Alcune risposte sono arrivate ma non bastano e il passato glorioso del nostro Tribunale merita tutta l’attenzione,il nostro impegno e passione affinché possa funzionare al meglio nei prossimi anni. Mancano le risorse  umane,ci sono difficoltà strutturali ma è di qualche giorno fa la ristrutturazione della pianta organica con assunzioni di personale amministrativo,e grazie alla legge Madia si vocifera di 1000 nuovi addetti in arrivo al Tribunale di piazza Falcone e Borsellino”.
 
 
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