Menzione per il fiorentino Grillandini in un concorso internazionale di fotografia

Firenze – La foto che ha meritato la “menzione” nel concorso fotografico internazionale IZMIR Goztepe Rotary & IFOD Photography Competition è uno squarcio duro come una frustata sull’immenso dolore dell’Africa: un cielo come di piombo, una discarica, quella sterminata di  Agbogbloshie in Ghana, un bambino, una mucca. Lo sguardo che sta dietro l’obiettivo è quello di Luca Grillandini, fiorentinissimo fotografo non professionista cresciuto alla scuola di due protagonisti “storici” della fotografia cittadina, il gruppo fotografico “Il Cupolone”, nato nel 1961, e l’agenzia Deapress, che ha la sua punta di diamante nella giornalista e fotografa Silvana Grippi.

La discarica di  Agbogbloshie protagonista della foto cui è andata la menzione della giuria internazionale è uno “sportello” dell’inferno aperto sulla Terra: si trova in Ghana ed è la più grande discarica illegale al mondo di rifiuti elettronici. Vi lavorano a contatto con i veleni circa 70mila persone, di cui la metà minori. E come l’inferno, si espande, inquinando le acque il mare di Accra, la capitale ghanese. 

In quell’inferno è giunto Luca Grillandini, armato di macchina fotografica e obiettivi, cinquantacinque anni, una passione divorante, che, come spiega, consiste nella “necessità di andare a vedere le cose con i miei occhi. Portando con me i ferri del mestiere, per mettere su una foto, in un’immagine, il mondo che vedo”. Al di là di bellezza o terribilità, in un lavoro di testimonianza giornalistico-fotografica che diventa anche arte. Un rapporto speciale con l’Africa e con il Ghana, quello del fotografo fiorentino, nato “per caso – come racconta – come volontario per le marginalità infatti sentivo il bisogno di fare un’esperienza all’estero, pur dovendo tenere conto, per partire, degli orari cui ero legato a causa dell’attività che svolgevo allora, svariati anni fa, come corriere. Il Ghana, in Africa, si attagliava perfettamente alle mie esigenze, in quanto era possibile andarci scegliendo la data che più mi era comoda. Arrivai a Kumasi, e negli anni mi sono affezionato alla comunità, alle persone, a quella terra, e sono diventato parte di quella città. Perciò, visto che sono uno cui piace non solo vedere le cose con i propri occhi, ma scavare, andare a fondo, prenderne testimonianza e coscienza, mi muovo. Avevo sentito delle famose discariche “infernali” di  Agbogbloshie e sono andato”. 

seconda lucaUna passione da seguire anche superando le difficoltà senza paura di sacrificarsi: ad esempio, accettando qualsiasi lavoro per mettere insieme la somma per ripartire, dal momento che viaggi, servizi, materiale è tutto in autofinanziamento, tutto con i propri contatti. “Non ho paura” dice, forte dell’empatia che riesce sempre a creare soprattutto con gli emarginati del mondo. “In fin dei conti, “io” e “loro” è una distinzione fasulla”, racconta. “Anche perché – spiega – un viaggio è difficilmente improvvisato, lo si prepara con cura”. Soprattutto per abbassare il più possibile il rischio di trovarsi in situazioni pericolose. Anche se il rischio non è mai eliminabile del tutto, come hanno dimostrato svariati fatti di cronaca. Essere freelance comporta l’assoluta necessità di saper badare a se stessi. “Senza dover necessariamente uscire dall’Europa o dall’Italia o dalla propria città – dice Grillandini – ho cominciato fotografando le marginalità del nostro territorio, imparando alla scuola della Deapress cosa vuol dire fotogiornalismo, sotto la guida di Silvana Grippi, che non ringrazierò mai abbastanza per l’aiuto professionale, tecnico e di vita che mi ha impartito e continua ad impartire”. 

“La tua dote migliore?” chiedo. “La capacità di socializzare con le marginalità”, ripete. E la tua peggiore? “La difficoltà a socializzare con le persone famose”, risponde ridendo. Sul materiale fotografico riportato dall’ultimo viaggio, si sta prospettando la possibilità di allestire una mostra.

E nel frattempo? “Aspetto di ripartire fotografando, collaborando con qualche testata on line,  e svolgendo altre attività lavorative – dice – ho una serie di progetti che mi frullano in testa, e almeno uno non riguarda l’Africa…”.

Foto da Luca Grillandini. In copertina, la foto che ha meritato la menzione nel concorso fotografico internazionale  IZMIR Goztepe Rotary & IFOD Photography Competition

terza luca

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