Crisi della politica, Chiti (Pd): “Ripartire dalle riforme istituzionali”

Firenze – Non è candidato alle elezioni del 4 marzo ma gira l’Italia per lanciare il suo appello: “Occorre ricostruire il nuovo centrosinistra superando ostilità e incomunicabilità”. In sintesi questo è il messaggio di Vannino Chiti nel libro “La democrazia nel futuro” (Guerini e Associati) che ha presentato alla Libreria Red Feltrinelli e che contiene riflessioni fondate sulla sua lunga esperienza di uomo delle istituzioni: sindaco di Pistoia, presidente della Toscana, ministro del governo Prodi, da ultimo senatore della Repubblica.

Perché il messaggio sia chiaro alle presentazioni Chiti porta con sé pezzi significativi dell’alleanza che ritiene fondamentale per la stessa tenuta democratica dell’Italia di fronte al “cambiamento d’epoca” stigmatizzato dal citatissimo Papa Francesco.  Sono gli eredi di quella che considera l’esperienza politica più importante dell’Italia a cavallo del secolo, l’Ulivo: Pier Ferdinando Casini , esponente del centro di provenienza cattolico liberale; Giuseppe Civati, ora esponente della lista Liberi e Uguali dei fuoriusciti dal Pd e della sinistra, Dario Nardella, sindaco di Firenze, stretto collaboratore  del segretario del Pd Matteo Renzi e Simone Siliani, esponente della sinistra cattolica. Sollecitati tutti dalle domande del direttore del Corriere Fiorentino Paolo Ermini.

Alla Feltrinelli Civati non è potuto intervenire perché influenzato, ma il suo ruolo era comunque garantito dalle parole dell’autore: “L’avversario politico non è il gruppo dei bersaniani, ma è l’indifferenza alla politica. La non comunicabilità è peggiore delle polemiche,  il dialogo è fondamentale”.

Perché la tesi centrale del volume chiama alla mobilitazione delle idee e delle coscienze di quello schieramento politico che si chiama centrosinistra, ma che in tempi di crisi profonda della politica, quando “occorre ripartire da zero dalla alfabetizzazione delle politiche e dei valori” (Nardella), potrebbe restare solo un’etichetta formale.

Attenzione: è una deriva che coinvolge tutto il mondo occidentale dove si mostrano i sintomi di una rottura fra democrazia formale  e democrazia sostanziale: “La democrazia è una costruzione degli uomini: può essere revocata, così come le nostre libertà, in qualsiasi momento”, ricorda all’inizio del libro. Un’ipotesi di lavoro per la quale ci si deve impegnare costantemente senza mollare mai sul fronte dei valori e dei principi nei quali si crede.

Il problema non è dunque un centrosinistra in affanno alle elezioni politiche imminenti, ma ad essere in crisi è “tutta la rappresentanza politica tradizionale” e i problemi epocali, la recessione economica, l’ondata migratoria, “si abbattono su tutti i poli”, ha detto Casini, che ha interrotto la campagna elettorale a Bologna che lo vede battersi contro l’ex presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani, per amicizia di un collega che ha fatto sempre “sforzo di lealtà rigorosa da uomo di altri tempi”.

A questa crisi si risponde con un nuovo campo di centrosinistra, sostiene Chiti, che aggiorni l’esperienza dell’Ulivo e che punti alla democrazia ideale nel mondo contemporaneo “in grado di realizzare i due principi che ne costituiscono il fondamento, libertà e uguaglianza”. Dunque mantenere anche “ tratti utopistici come leva ideale sulla quale poggiare la concretezza sul campo” (Ermini) e riproporre subito la questione delle riforme istituzionali di cui nessuno si è più occupato dopo la sconfitta del referendum, e la cui assenza lascia l’Italia in una condizione di fragilità permanente.

Cominciando con l’indire primarie non sulle persone e sugli incarichi, ma “sulle istituzioni e le regole elettorali della Repubblica”. Ripartire è indispensabile di fronte alla deriva delle forze che appartengono agli altri due schieramenti:  “Osservo le contraddizioni di una destra italiana che si inscrive nel popolarismo democratico europeo, ma si unisce alle forze politiche del lepenismo.. Vedo nel lepenismo e dunque nei partiti che ne sono alleati, e nel populismo reazionario, il fascismo del XXI secolo”. Mentre “i 5 stelle sono una variante di quel populismo europeo che sfida la democrazia e ne determina un impoverimento e una curvatura autoritaria”.

 

Foto: Pier Ferdinando Casini e Vannino Chiti

 

 

 

 

 

 

 

 

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