Firenze – Questa settimana inizio una collaborazione al giornale avente come scopo di contribuire al dibattito elettorale in particolare sulle proposte dei partiti di carattere sociale, ma esiste un gigantesco problema politico che riguarda il rapporto del cittadino con il quadro politico, il 4 marzo prossimo gli elettori sono chiamati a rinnovare Camera e Senato, queste assemblee elette dal popolo sono la massima espressione democratica di una Repubblica parlamentare. Sono sostanzialmente i delegati del popolo.
Ora nessuno può negare che il rapporto di fiducia tra cittadini e partiti politici si è molto logorato, in particolare si è rotto completamente il rapporto partiti politici e nuove generazioni, le lacerazioni profonde si sono manifestate in questi ultimi due decenni, se facciamo eccezione dei brevi tentativi dei governi Prodi, i partiti e i governi che loro esprimevano sono stati governi che aumentavano il distacco con gli elettori. Quante promesse mancate quante illusioni create, i risultati sono che gli italiani dal ceto medio in giù sino visti rimettere in discussione diritti e conquiste.
Tenuto conto di tutto ciò ci si aspettava un atteggiamento dei partiti in questa campagna elettorale diverso e invece no, dai partiti si ascoltano promesse elettorali che primi loro sanno di non poter mantenere. Questa io la definisco malafede: non si fa nessun tentativo serio di recuperare un rapporto con i giovani che sia fatto di cose concrete ma anche di definire quale società si vuole costruire assieme con le nuove generazioni.
La nostra Repubblica “fondata sul lavoro” vide la partecipazione di grandi masse di cittadini e gli stessi partiti di allora guidarono questa partecipazione. Con questa prima nota voglio rimanere in un ragionamento generale quasi come premessa ai ragionamenti di dettaglio sulle promesse elettorali che per primi i partiti sanno di non poter mantenere.
Queste promesse riguardano, il fisco, il lavoro, la sanità, l’immigrazione,la sicurezza dei cittadini e la crescente povertà che interessa molti Italiani. La nostra critica anche dura sarà fatta in un contesto di difesa della democrazia. Oggi si rende necessario creare un nuovo spirito “costituente” con i giovani e con loro discutere il futuro, costruire con loro una società più giusta dove sia sconfitta la violenza di ogni genere a partire dalla violenza sulle donne creando realmente le condizioni per una vera parità di sesso nei luoghi di lavoro e nella società, le forze politiche devono avere il coraggio di scendere tra la gente, uscire dall’isolamento che loro stesse si sono creati e discutono solo con chi, e sono sempre meno, sono d’accordo con il “capo”.
I candidati si rechino nei luoghi di lavoro, nelle periferie ascoltino i cittadini e in particolare i giovani i quali devono contribuire ad un nuovo rinascimento sociale. I giovani diventino i protagonisti di una nuova “resistenza” pacifica si rechino nelle stanze dei partiti, si mobilitino nei confronti degli amministratori locali, sindaci, assessori, consiglieri faccino del loro quartiere, del proprio comune luogo di aggregazione e di confronto.
In sostanza si metta in moto un meccanismo di partecipazione dal basso, coinvolgendo anche i sindacati che sono un importante strumento di aggregazione e di vita democratica.