Firenze – Un altro giovedì di passione per i dipendenti comunali alla presa con i nuovi buoni pasto acquistati dall’amministrazione comunale attraverso Consip. Tanti lavoratori infatti non sono riusciti a utilizzarli in varie zone della città, dove si sono visti rifutare i suddetti buoni. Le motivazioni? Sembra che alcuni esercenti non gradiscano il fatto che la ditta aggiudicataria, come scrive l’Usb cui sono giunte le segnalazioni dei dipendenti, “effettui un ricarico di quasi il 20% sugli esercenti che aderiscono alla convenzione”.
“Alcuni esercenti ci hanno detto chiaramente che, se devono pagare il 20% alla ditta che emette i buoni sostitutivi di mensa, considerato poi i tempi lunghi di riscossione degli stessi, dovrebbero fornire ai clienti prodotti molto scadenti”, continua la nota.
Il meccanismo, spiegano dall’Usb, è il seguente: il Comune di Firenze tramite Consip acquista buoni pasto con un ribasso del 19,5% sul valore nominale; di conseguenza la ditta aggiudicataria fa un ricarico sull’esercente almeno della stessa cifra. “Chi ci rimette – dicono dall’Usb comunale – siamo sempre noi lavoratori e lavoratrici dell’Ente. Peraltro essendo Firenze una delle città di per sé più cara, il valore reale del buono pasto è ancora inferiore al presunto valore nominale”.
Tirando le fila, i dipendenti tornano a chiedere “con forza” all’Amministrazione Comunale di risolvere il problema. Anche perché, dicono dal sindacato, è responsabilità “di chi ha creato questo “impiccio”, rimuoverlo con la massima sollecitudine, perché le chiacchiere non servono, ma interventi radicali nel rispetto della dignità di tutti/e, una dignità che anche in questo caso è stata calpestata”.
Se entro la settimana prossima il problema non sarà risolto, dicono dall’Usb, “porteremo la nostra protesta all’interno del Consiglio Comunale”.
Un’interrogazione sul tema (ovvero la scarsa spendibilità dei nuovo buoni pasto dei dipendenti comunali) era stata avanzata dal consigliere comunale di SPC Dmitrij Palagi, che poche ore fa ha ricevuto risposta.
“Ci è stato detto – spiega il consigliere di Sinistra Progetto Comune – che i buoni pasto elettronici potrebbero arrivare il primo febbraio 2020. Nel frattempo ci è stato fornito un aggiornamento sui punti vendita convenzionati con il nuovo fornitore, a cui si è scelto di affidare la fornitura da ottobre 2019 a dicembre 2020”. Tuttavia, dice Palagi, “sul sito www.repas.it continuano a esserne segnalate solo 67, al Comune risulterebbero esserci 233 realtà convenzionate in cui i lavoratori potrebbero utilizzare i buoni (da cui però occorre escludere i numerosi centri commerciali). Inoltre è evidente l’assenza di soluzioni pratiche per intere aree vicine ai luoghi di lavoro interessati”.
In queste ore, inoltre, dice Palagi “ci viene confermato come alcuni ristoranti e punti pranzo, tra quelli frequentati assiduamente dai dipendenti comunali, stiano riscontrando significative difficoltà a relazionarsi con Repas, che sarebbe priva di un rappresentante sul territorio con cui relazionarsi e applicherebbe commissioni di quasi il 20%”.
“Il Comune – conclude il consigliere Palagi – avrà anche risparmiato sui buoni pasto, ma a rimetterci sembrano essere stati i diritti di chi lavora… Una situazione davvero imbarazzante su cui ritorneremo, anche in Consiglio comunale”.