Firenze – Torna alla ribalta, più prepotente di prima, il problema dei buoni pasto “Repas” acquistati dall’amministrazione, da distribuire ai propri dipendenti. Un problema che riguarda in particolare la Toscana, dal momento che, come Usb aveva già puntualizzato con una nota diffusa il 6 novembre scorso, “i buoni Repas sono ad oggi quasi totalmente sconosciuti sul nostro territorio”. Conseguenza: non sono spendibili,o meglio, “sono scarsamente spendibili”.
Del caso si era occupato, nel corso del consiglio comunale scorso, il consigliere Dmitrij Palagi di SPC, che aveva posto alla giunta un’interrogazione, un question time e un odg per chiedere cosa si intendesse fare. La risposta era stata che i punti di spendibilità erano aumentati, da 67 a circa 20o e che il 23 di novembre l’amministrazione avrebbe avuto un incontro. Ad oggi, dal sito Repas non risulta l’allargamento dei punti di “spendibilità”.
Dunque, insiste Usb, il problema non è affatto risolto, in quanto la “scarsa spendibilità” dei buoni pasto in questione permane. “Anche perché pare (come riferito da alcuni esercenti) che questa Azienda chieda una provvigione eccessiva”, ricorda l’Usb nella nuova nota.
Ma come si è verificata questa situazione e qanto costa all’amministrazione? “L’amministrazione – spiegano dal sindacato di base – ha provveduto all’acquisto da questa Azienda (via Consip) di buoni pasto per un importo di € 1.277.408, ma resta il fatto che prima di acquisire questi buoni, nessuno si è curato minimamente di verificare se sulla piazza questi fossero spendibili. Qualcuno a mezza voce nell’Amministrazione ha affermato che è stata fatta una “bischerata” ma a noi non basta, noi esigiamo che si faccia piena chiarezza e che per i lavoratori e le lavoratrici del Comune di Firenze ci sia il rispetto che gli stessi meritano”.
Ma la questione non finisce qui. Infatti, con l’anno nuovo, i buoni pasto “subiranno per scelta del Governo una ulteriore imposizione sia contributiva che ai fini dell’IRPEF – spiegano dal sindacato – infatti ad oggi fino a 5,29 € il ticket era esente da imposizione fiscale e contributiva, mentre dal nuovo anno la soglia si abbasserà a € 4,00, pertanto a carico del lavoratore ci sarà un imposizione fiscale e contributiva di oltre 1,00 € il che porterà il valore del buono a meno di 6,00 €. Questo comporterà una perdita media netta di 80/90 € l’anno per ogni dipendente”.
Tuttavia, la possibilità di ovviare a questo rincaro c’è,”in quanto la stessa norma governativa prevede detta tassazione solo sui buoni cartacei, mentre prevede l’elevazione a 8,00 € dell’esenzione con l’utilizzo dei buoni elettronici”.
Tirando le fila, dai lavoratori comunali viene richiesta chiarezza, vale a dire, “l’amministrazione dia risposte serie e complessive su entrambe le richieste, nel rispetto della dignità di tutti i lavoratori e le lavoratrici”.