Firenze – Centri equestri fiorentini sotto sfratto, una soluzione deve esserci, dicono i consiglieri comunali delle opposizioni. E così, depositano un atto, firmato da SPC, Lega e Fratelli d’Italia, per chiedere al Comune di tener fede agli impegni assunti.
“Sono anni che le vicende questi centri sportivi (ma anche educativi e rieducativi, viste le attività svolte) si trascinano e si sovrappongono. E noi – aggiunge Dmitrij Palagi di Sinistra Progetto Comune, con la consigliera della Lega Michela Monaco ed i referenti dei centri ippici sul territorio – non possiamo esimerci dal farci delle domande”.
Vale a dire: “Perché, dopo che nella precedente consiliatura il Consiglio comunale aveva preso l’impegno di risolvere positivamente queste situazioni, oggi sembra di essere tornati indietro? Perché non si sceglie di affrontare il tema complessivamente invece di provare ad accompagnare le singole realtà separatamente, rimandando le soluzioni di anno in anno?”.
Domanda fondamentale, posta alla politica fiorentina, è: “Da che parte state?”, dicono ancora i consiglieri, mentre depositano il documento firmato da Dmitrij Palagi, Antonella Bundu (SPC), Michela Monaco (Lega), Alessandro Draghi, Fratelli d’Italia. E dove si chiedono fatti.
I rappresentanti dei centri ippici sono quelli del Centro Equestre Fiorentino, in via delle Isole nella zona dell’Argingrosso, e il Centro Ippico Due Case in via delle Due Case, nella zona dell’aeroporto.
“Per quanto riguarda il Centro Equestre Fiorentino – dice Anna Ditelli – il 31 dicembre è prevista la chiusura. Il centro, nato nel 1993, effettua ippoterapia con ragazzi disabili ma è sotto sfratto, ingiunzione del Comune dell’ottobre 2018, in quanto il terreno dove ha sede l’attività è a rischio perché è in una zona vicina al fiume Arno. Una situazione che deve essere chiarita anche con la Regione”.
“Il Centro Ippico Due Case è, invece, a rischio sfratto, in quanto il terreno – spiega Renato Palma – che era della Fondiaria è passato ad Unipol Sai. Ci è stata prospettata, dopo 15 anni, la possibilità di spostarsi in un terreno che però non sarebbe più nella Piana”.
“C’è una terza realtà, quella di Serpiolle (La Valle, via Nuova del Mulino). Nel loro caso – conclude Dmitrij Palagi – il confronto con l’Amministrazione pare essersi riavviato in modo positivo, anche se sostanzialmente ripartendo da zero. Occorre tenere alta l’attenzione anche in questo caso”.