Prato – Una donna è deceduta nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Santo Stefano di Prato, dove era ricoverata per una infezione da meningococco di tipo C. La donna, di 64 anni, si era recata, secondo quanto ha spiegato l’Asl, al pronto soccorso di Prato in preda alla febbre alta, che le causava malori. Il giorno prima della febbre era in buone condizioni di salute. La donna è risultata non vaccinata contro la meningite sia di tipo B che di tipo C. L’ospedale, sottolinea la Asl, ha richiesto il riscontro diagnostico. La profilassi per le persone venute a più stretto contatto con la donna è già stata avviata. “L’unità funzionale di igiene e sanità pubblica dell’area pratese – si spiega dall’Azienda sanitaria – ha già attivato le procedure per l’indagine epidemiologica al fine di ricostruire i luoghi frequentati dalla signora ed ha già avviato le procedure di profilassi per i contatti stretti”.
Intanto, dall’Usl Toscana Centro fanno sapere che, compreso l’ultimo caso della donna morta a Prato, dal 2015 ad oggi in Toscana sono stati 121 i casi di meningite (ceppo C, B, W, X, Y) che ha causato la morte di 21 persone.
In particolare i casi:
nel 2015 sono stati 38 (di cui 31 C, 5 B, 1 W, 1 non noto);
nel 2016 sono stati 40 (di cui 30 C, 7 B, 1 W, 1 X, 1 non noto);
nel 2017 sono stati 17 (di cui 9 C, 5 B, 2 Y, 1 W);
nel 2018 sono stati 14 (di cui 5 C, 8 B, 1 W);
nel 2019 sono stati 12 (di cui 5C, 5B, 2W)
Dei 21 decessi dal 2015 ad oggi; 7 sono avvenuti nel 2015 (6 C, 1 B); 7 nel 2016 (tutti C); nessun caso nel 2017; 3 nel 2018 (tutti C); 4 nel 2019 (2 C, 1 B, 1 W).
A Prato dal 2015 ad oggi i casi di meningite sono stati 10 (3 nel 2015 per C, 5 nel 2016 per C, 1 nel 2017 e nessun caso nel 2018). Quello di oggi a Prato è il primo caso dall’inizio dell’anno. I decessi a Prato sono stati 3 (1 decesso è del 2015 ed 1 del 2016) e tutti per meningite di tipo C.
Contro il meningococco C negli anni la Regione Toscana ha portato avanti una campagna straordinaria di vaccinazione (gratuita), che ha coinvolto tutti gli ambulatori pubblici delle Asl, i pediatri e i medici di famiglia. La campagna è stata prorogata più volte.