Firenze – Cartelloni anche in piazza dei Ciompi, dopo piazza della Signoria, a Firenze. Il presidio è stato organizzato dal Ruf (Riders Union Firenze), per mettere l’accento sull’incidente che domenica sera ha stroncato la vita di Mario, rider di 51 anni, a Bologna, investito da una volante della polizia. “Al di là delle dinamiche della tragedia – dicono dal Ruf – sappiamo per esperienza che i fattorini si prendono dei rischi. Lo sappiamo perché lo facciamo anche noi. Lo facciamo perché ci pagano poco, a cottimo per ogni consegna effettuata. Una strada presa contro mano, una precedenza non rispettata, per noi possono significare 2 o 3 euro in più alla fine dell’ora, magari la mancia di un cliente. Ma possono anche significare infortuni gravi, a volte la morte. Nell’ultimo mese è successo troppo volte: a Barcellona, a Parigi e ora a Bologna”.
Il punto è: il mondo dei riders o “portapizze” come spesso vengono identificati, giace sotto una cortina oscura di indifferenza, in cui lo sfruttamento, il cottimo, come testimoniano gli stessi lavoratori, è la regola. La domanda, dicono i fattorini, sorge veramente spontanea: “Per quanto ancora chi detiene il potere politico farà finta di non vedere lo sfruttamento che c’è nel nostro settore? Di quanto sangue ci sarà ancora bisogno perché qualcuno obblighi le aziende ad applicare la sentenza del tribunale che ci riconosce come lavoratori subordinati, in quanto tali aventi diritto ad assicurazioni contro gli infortuni e a paghe orarie svincolate dal cottimo? Questa settimana è toccato a Mario, domani a chi toccherà nell’indifferenza generale?….”.
In piazza della Signoria è sceso anche, per incontrare i riders, l’assessore al lavoro Andrea Vannucci, che, oltre a esternare il proprio cordoglio per la tragica scomparsa, di Mario Ferrara a Bologna, ha anche dichiarato: “In questo settore esiste una carenza oggettiva in termini di diritti. Non dovrebbe servire una tragedia a ricordarlo a chi è alla guida del Paese. Credo sia necessario da parte del governo un intervento normativo su un settore che coinvolge tantissimi giovani e meno giovani, intervento peraltro già più volte annunciato. Come assessore del Comune di Firenze – ha concluso Vannucci – ho preso l’impegno di provare a entrare in contatto con le aziende per stabilire una relazione tra datori di lavoro e lavoratori del settore”.
Al presidio partecipa anche Potere al Popolo, che mette l’accento su alcuni dati significativi: l’età del lavoratore, 51 anni, il fatto che facesse il postino durante la settimana, e la sua origine, Foggia. Insomma, il caso di Mario squarcia il velo sul ruolo di questo lavoro nuovo. Intanto, ” la “consegna cibo” non è un modo per far arrotondare la paghetta ai giovani che amano stare in bici” dicono da Pap . Si tratta di un lavoro a tutti gli effetti, “faticoso, pericoloso, che viene svolto da gente di tutte le età. Ha bisogno di regole, diritti, aumento dei salari”. Poi, il cambiamento del Paese, che è passato da un posto alle Poste vissuto come svolta di una vita, alla necessità di arrotondare lo stipendio con un lavoro supplementare. anche da parte di chi gode di “un posto fisso”. Insomma, working poors” costretti a svolgere almeno due lavori per campare. O per morire.