Contributi affitto, i sindacati: “I fondi destinati devono diventare strutturali”

Firenze – A due giorni dalla chiusura, i contributi affitto registrano un afflusso di richieste molto più consistente rispetto agli anni passati. Merito, dice Laura Grandi, segretaria regionale del Sunia, dei fondi “speciali” che la giunta assegnò all’istituto e che ha dato i suoi frutti: si tratta di un milione di euro nel 2018 e due nel 2019. Soldi che hanno consentito, dice ancora Grandi, di attribuire il contributo alle famiglie di Fascia A, dove si parla di un massimo mensile di 300 euro, ma anche a quelle in fascia B, che, sebbene il contributo sia inferiore, era ben 14 anni che il Comune non risuciva a soddisfare. Insomma, il fatto che i soldi arrivino e non siano pochi spiccioli non significativi per le famiglie, sembra avere rilanciato un istituto importantissimo, come dicono sia dal Sunia, che da Asia, in quanto è uno degli strumenti che consente alle famiglie di non arrivare alle disastrose conclusioni di entrare in morosità, con tutti i ben noti, conseguenti disagi.

“Per quanto riguarda il Sunia – dice Grandi – abbiamo, a due giorni dalla chiusura, un flusso pari a qualche centinaio di persone, che per noi è un numero ragguardevole, in quanto tradizionalmente chi si rivolge a noi non lo fa per il contributo affitti. Da questi accessi, si ricavano alcuni dati interessanti: ad esempio, che un buon 30% di richiedenti configura una famiglia mononucleare, composta dunque da un solo membro, molto spesso donna, single e di fascia d’età fra i 50 e i 60 anni”. Insomma, col progredire dell’età adulta sembra proprio che vengano al pettine i vari nodi legati, in Italia, alla figura delle donne lavoratrici: stipendi più bassi, contratti peggiori, più facilità al lavoro nero o sottomansionato.

Non solo: un altro dato che emerge dall’ “osservatorio” privilegiato del sindacato, è la notevole diffusione dell’irregolarità nei contratti: si passa da affitti, ad esempio, “per uso magazzino” a quelli troppo onerosi, ad accordi “strani” con modalità “originali”,  magari con tanto di regolari ricevute. Un fenomeno che rende evidente come , nell’affitto privato, esista un sottobosco fitto e misconosciuto che rende molte situazioni opache. Ancora, almeno per quanto riguarda gli sportelli del Sunia, il dato dell’accesso dei richiedenti stranieri è molto basso: con buona approssimazione si può parlare di un 20% circa.

Dati che, a parte quello degli stranieri, che invece è in controtendenza per quanto riguarda Asia, che registra un alto numero di cittadini anche extracomunitari che fanno richiesta di contributo, sono più o meno simili per le due organizzazioni sindacali.

Insomma, tirando le fila, aver dato stabilità al contributo affitto incrementa la platea dei richiedenti. “La prima cosa che chiederemo al nuovo assessore alla casa Andrea Vannucci – dice la segretaria del Sunia Grandi – è proprio di rendere stabili questi investimenti, trasformandoli da intervento straordinario a strutturale. Chiederemo un impegno preciso in questo senso per i prossimi 5 anni”. Una posizione cui fa eco quella di Asia: “Questo è uno strumento concreto ed efficace, che interviene prima che la situazione precipiti e si trasformi in morosità. Non solo: bisognerebbe, come ormai è opinione diffusa, che i soldi che arrivano sul territorio dall’amministrazione centrale per le morosità incolpevoli, se residuano, vengano messi nel portfolio del contributo affitti, invece di tornare indietro”.

 

 

 

 

 

 

 

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